ROMA – Mentre è iniziato il secondo valzer di consultazioni al Quirinale, l’accordo tra M5S e Pd è ad un bivio. Sono ore decisive, si tratta tra veti incrociati, sgambetti, colpi di mano. Gli ostacoli sono ancora tanti. Alla Camera proseguono gli incontri tra le delegazioni dem e pentastellate: i nodi da sciogliere sono sul ruolo di Luigi Di Maio e il voto sulla piattaforma Rousseau.
Direzione Pd, arriva l’ok a Conte. No a Di Maio vice
La direzione del Pd riunita stamattina ha dato pieno mandato a Zingaretti di dare disponibilità nelle consultazioni ad un Conte-bis e verificare la possibilità di un nuovo governo con un mandato esplorativo al premier grillino. Hanno votato all’unanimità la relazione di Zingaretti, tranne Matteo Richetti che ha detto no. Il punto è politico. Il Pd è pronto a concedere una seconda chance a Conte, ma non a concedere a Di Maio il ruolo di vicepremier. “Non c’è un problema sul nome, ma sulla struttura di governo. Se c’è un premier del Movimento è giusto che ci sia un vicepremier Pd“, afferma Andrea Orlando. Il secondo nodo è il voto sulla piattaforma Rousseau: “Dovesse incidere sulle decisioni del Colle e creare conflitto con la Costituzione sarebbe inaccettabile. Se è una decisione interna è un altro discorso“. Il Pd chiederà a Mattarella di dare mandato a Conte già questa sera.
Di Maio fiuta il pericolo, i parlamentari 5 Stelle in rivolta
Luigi Di Maio fiuta il pericolo. Il capo politico del M5S sa che con l’ok del Pd a Conte, nei fatti il premier s’intesterebbe la leadership del Movimento. I tentativi di intralciare l’accordo da parte del vicepremier in carica sono molteplici, così come i tentativi di convincere Zingaretti a concedergli la casella di vicepremier. Da indiscrezioni è addirittura spuntata la proposta del capo politico pentastellato di nominare tre vicepremier, lui più due al Pd. Inaccettabile spiegano al Nazareno. Così come diversi parlamentari hanno criticato la scelta del voto sulla piattaforma Rousseau.
Consultazioni, LeU e Autonomie danno disponibilità. Nel pomeriggio Pd, Fi, Lega e M5S
Intanto LeU, FdI e il gruppo per le Autonomie al Senato sono saliti al Colle. “Abbiamo confermato la nostra disponibilità a verificare le condizioni per un governo di svolta“, ha affermato al Quirinale il capogruppo LeU Federico Fornaro. “Ci auguriamo nasca un esecutivo a trazione europeista, attento alle istanze delle minoranze linguistiche”, ha affermato Julia Unterberger delle Autonomie. Alle 16 Mattarella incontrerà il Pd, alle 17 Forza Italia, alle 18 la Lega, alle 19 M5s.