Governo, Letta: “Crisi è fuori dai radar”. Ma Conte rilancia: “Trattati come molestatori? Andiamo avanti”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Roma Nella foto: Giuseppe Conte

MILANO – Tra altolà e promesse di lealtà, botta e risposta e distanza, polemiche che si riaccendono e dissapori mai sopiti, è un’altra giornata sull’ottovolante per l’ampia maggioranza a sostegno del premier Mario Draghi. “Una crisi di Governo è fuori dai radar, sarebbe assurdo e l’Italia non ha bisogno. Mi sembra che nessuno la voglia”, assicura il segretario del Pd, Enrico Letta. Che non ha dubbi sulla durata dell’esecutivo: “Fino alla scadenza naturale della legislatura. Il presidente del Consiglio ora deve essere deciso nel portare avanti il programma di Governo”. E poi confessa: “Non mi scandalizzo se in questo momento ci sono tensioni politiche. Stiamo vivendo la fase più delicata su questioni oggettive, dalla guerra alla crisi energetica”.

I tremori, d’altronde, non mancano. Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, in una diretta Instagram fiume, parla di “condizioni” per il sostegno all’esecutivo, tra cui dare seguito al Pnrr e “il Superbonus che significa transizione ecologica”. Poi l’ammonizione: “Noi non possiamo venir meno ai nostri principi e ai nostri valori, noi sosteniamo lealmente al Governo. I commentatori dicono che noi siamo cattivi e che creiamo fibrillazioni. A noi di qualche posto in più non interessa nulla”.

C’è di più. Perché il leader del Movimento, dopo il pressing degli ultimi giorni sul premier perché riferisse in Parlamento dopo oltre due mesi di guerra in Ucraina, prima della partenza per Washington (incontro alla Casa Bianca fissato il 10 maggio), anche tra sabato e domenica, si dice “meravigliato che non ci sia stata la possibilità” di un passaggio in Aula.

Conte non usa mezzi termini e segnala che “la corsa al riarmo è una follia” e sollecita “un’escalation diplomatica”. Poi sbotta rivolto ai follower su Instagram: “È davvero assurdo quello che diciamo? Stiamo disturbando? Addirittura dobbiamo essere trattati come dei molestatori? Le nostre posizioni sono chiare, di grande responsabilità”. La battaglia contro il termovalorizzatore di Roma porta, quindi, il leader pentastellato a scagliarsi contro “l’ambientalismo della domenica”, mentre “nel Dna M5S c’è la transizione ecologica”.

Mentre il segretario di Azione, Carlo Calenda, twitta inviperito: “Continuano i ridicoli penultimatum di Giuseppe Conte su termovalorizzatore. Senza alcuna base fattuale. Ha vestito i panni dello scudiero di Salvini, poi ‘punto di riferimento dei progressisti’, ora quelli di Di Battista con la pochette. Solo calcoli elettorali. Etica zero”. Intanto, dallo staff del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, arriva una precisazione sui rapporti con il presidente Cinquestelle: “Di Maio si sente costantemente con Conte e tra i due non c’è alcuna tensione” e “derubrichiamo a fantasiosi i retroscena pubblicati negli ultimi giorni”.

I fronti aperti sono diversi. Ma l’accordo raggiunto sulla riforma del catasto e sul fisco, su cui Lega e Pd non se le sono mandate a dire nelle ultime ore, spinge alla fiducia il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, sulla tenuta della maggioranza: “Ora il Governo è più forte, ed è un bene per tutti. Noi non cantiamo vittoria ma c’era un problema di chiarezza in un testo legislativo e lo abbiamo risolto, per noi il concetto di casa non è solo un investimento ma è il senso del Paese”.(LaPresse)

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