Governo, M5S compatto al Senato e Grillo benedice. Conte: “Risposte vere o niente voti”

I pentastellati in disaccordo con le altre parti del Governo

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 17-06-2022 Roma, Italia Politica Camera Deputati Nella foto: il Presidente del M5S Giuseppe Conte

MILANO – Tira dritto il M5S. Sordo al richiamo alla responsabilità arrivato dagli alleati del campo largo, e non solo. Sceglie la strada della compattezza, imboccando deciso la strada tracciata dal presidente Giuseppe Conte, e sostenuta anche dal garante Beppe Grillo. Nessun passo indietro, nessun ripensamento, nessun voto 5S in Senato sulla fiducia posta dal governo sul dl Aiuti. “Chiediamo di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O si hanno risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti”, ribadisce l’ex premier dopo l’esito del voto a Palazzo Madama in cui il gruppo pentastellato rispetta per filo e per segno il copione scritto alla vigilia del passaggio in Aula del decreto che contiene la norma indigesta sul termovalorizzatore di Roma.

Il tentativo in extremis messo in atto dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, di cercare una possibile via d’uscita alla situazione provando ad evitare la fiducia non va in porto (anche perché stoppato direttamente da Chigi) e così nessun grillino risponde alla chiama. E a sera, dopo le dimissioni annunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi e respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Conte riunisce nuovamente il Consiglio nazionale per fare il punto della situazione. Prima del voto va detto si registra un’altra defezione nel Movimento: la senatrice Cinzia Leone lascia e passa con i dimaiani di Insieme per il futuro. Ma a certificare l’unità del gruppo sono i tabulati: nessuno dei 61 senatori M5s partecipa al vota (15 risultano in missione, tra cui anche il ministro Stefano Patuanelli, e gli altri 46 risultano invece assenti).

E a condividere la strada imboccata in via di Campo Marzio c’è anche il garante Grillo. “Beppe è con Conte”, assicura chi ha avuto modo di sentire il fondatore. Fonti parlamentari vicine al comico riferiscono che si sarebbe detto “contento di come i portavoce siano uniti e coesi” e “l’applauso di ieri durante l’assemblea degli eletti gli è piaciuto molto”. Secondo il garante, “il Movimento 5 Stelle sta facendo il Movimento 5 Stelle”. Concetto espresso dallo stesso Conte: “Se noi prendiamo degli impegni con governo, Parlamento e cittadini e siamo coerenti, chi si può permettere di contestare questa linearità e questa coerenza? Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O si hanno risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti”.

L’ex premier ricorda poi che “tutti gli iscritti del Movimento sono stati invitati a sostenere questo governo per transizione ecologica e giustizia sociale. Questi sono i pilastri, e il M5s è entrato nel governo per questi obiettivi. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui si mettono norme che sono contro la transizione ecologica in un decreto che non c’entra nulla, voi capite che noi per nessuna ragione al mondo daremo voti per nuove trivellazioni, per costruire nuove centrali a carbone e inceneritori”. “Non è nel nostro dna, ma eravamo chiari fin dall’inizio”, prosegue l’avvocato pugliese dribblando le accuse: “Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità di questa pagina che è stata scritta ieri, la cui introduzione era stata nel Cdm quando i nostri ministri sono stati costretti a non partecipare al voto”.

Passaggio questo già presente nel discorso tenuto in Aula della capogruppo M5s, Mariolina Castellone. “Il nostro non voto di oggi è coerente con quanto già espresso dai nostri ministri e dai nostri colleghi alla Camera”, spiega prima di aggiungere però che “questa nostra posizione si sottrae alla logica della fiducia al governo. Chi vuole confondere i piani lo fa per strumentalizzare la situazione e dare a noi la colpa del momento di sofferenza che il paese sta vivendo”. Anche perché, sottolinea successivamente, “noi una fiducia a Draghi la daremmo se nel programma politico sono inclusi i punti prioritari” scritti nella lettera recapitata dal Movimento a Chigi. Basterà attendere mercoledì, quando Draghi parlerà alle Camere, per capire come Conte avrà deciso di posizionare il Movimento.

Quanto accaduto al Senato però è aspramente criticato dall’ex capo politico Luigi Di Maio, secondo il quale “i dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi”. Per il titolare della Farnesina, protagonista della scissione da cui è nato Ipf, dalle parti di via di Campo Marzio “sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi”. “Non votare la fiducia al governo è un fatto grave, va chiesta una verifica di maggioranza”, conclude, non prima però di aver rivolto un appello ai colleghi che “non si riconoscono più in quello che, di fatto, non è più il Movimento 5 Stelle. Oggi è una forza politica che alcuni dirigenti hanno distrutto per egoismi ed opportunismi, trasformandola in un ‘partito padronale’”. Un invito nemmeno troppo velato a voltare pagina entrando in Ipf.

(LaPresse)

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