ROMA – Ora c’è il caso Bonafede a sconquassare i già labili equilibri all’interno dell’esecutivo. Braccio di ferro tra Pd e grillini sulla prescrizione. “Una soluzione politica – dicono dal Nazareno – è sempre possibile, ma fino ad ora dal Guardasigilli non è arrivata alcuna proposta”. Definita meramente “strumentale” l’idea di abrogare la riforma della prescrizione contenuta nel ddl Costa di Forza Italia. Per cui va da se che il Pd nella votazione alla Camera si schiererà contro quanto gli alleati di governo dei 5 Stelle e il ministro della Giustizia.
La decisione
La decisione nasce dal gruppo dem alla Camera dei deputati dopo una riunione tenutasi in mattinata presieduta dal vice-capogruppo al Senato, Michele Bordo. “Serve un intervento per garantire la ragionevole durata dei processi”: è quanto chiede con insistenza il partito di Zingaretti, in attesa di una soluzione politica che comunque tarda ad arrivare. Secondo il Pd “la priorità per il disegno di legge Costa non impedirebbe l’entrata in vigore della riforma Bonafede, per una questione legata ai tempi necessari per il voto e il calendario, già ingolfato, di Camera e Senato. Serve un intervento – continuano – per garantire la ragionevole durata dei processi”. E nel caso in cui non si dovesse addivenire ad un accordo, il Pd avrebbe le “mani libere” verso la riforma Bonafede. All’orizzonte pure una eventuale proposta autonoma dello stesso Pd, avversa a quella attuale presentata dai 5S.
Zingaretti duro
“Riteniamo inaccettabile l’entrata in vigore delle norme sulla prescrizione senza garanzie sulle durate dei processi – ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti – Non si può rimanere sotto processo per un tempo indefinito, per lunghissimi anni. Senza un accordo nei prossimi giorni, il Pd presenterà una sua proposta di legge. Lavoriamo dunque insieme per trovare una soluzione credibile e cambiare in meglio le cose”.