ROMA – Ancora un duello tra Matteo Salvini e Enrico Letta. A far infuriare il segretario Pd, di buon mattino, è la lettura dei giornali: “Conte fa il suo lavoro di sabotatore e Letta gli fa da palo”, è la sintesi fatta dal leader della Lega nei racconti che arrivano da Milano Marittima, dove ieri ha avuto inizio la festa del Carroccio. la replica del leader dem non sì fa attendere “Paolo? Sì, il linguaggio col quale probabilmente sei abituato a parlare con i tuoi consiglieri facili di pistola, Adriatici a Voghera o Aronica a Licata”, cinguetta piccato, riferendosi all’assessore leghista che ha ucciso un immigrato e al consigliere comunale agli arresti domiciliari per aver sparato all’ex socio in Sicilia. “Letta ha il nervo scoperto”, commenta Salvini dalla spiaggia.
Anche al Nazareno, dove sono abituati alla “lotta politica” con ‘l’alleato pro tempore’, il livello di guardia si alza. “Questi toni vanno bene con i suoi dirigenti politici adusi alle armi, è evidente che il Papeete a Salvini continua a dare alla testa”, è il messaggio che viene recapitato. La posizione del Pd è netta: non solo “dalla Lega è arrivata una condanna troppo blanda rispetto alla degenerazione molto grave compiuta da due suoi rappresentanti locali che sono passati da legittimare chi usa le armi per difenderli a usarle essi stessi”, ma l’ex ministro dell’Interno, “con quel linguaggio da Papeete, ha mentito, negando la mediazione avvenuta sulla riforma della Giustizia che ha visto protagonisti tutti i partiti, compresa la Lega di Giorgetti”. Il Pd,viene sottolineato, “ha chiesto dall’inizio dei miglioramenti del testo e in funzione di questo la partita riaperta”. Quanto al mettere i bastoni tra le ruote al Governo il Nazareno ribadisce come fin qui l’unico partito della maggioranza ad aver detto no, astenendosi in Cdm, a una misura del Governo (sulle riaperture, ndr) “sia stata la Lega” e sottolinea come “siano importanti dirigenti nazionali del Carroccio a sfilare al fianco dei no vax, ai negazionisti e coloro che sono contrari al green pass, nonostante i ministri in Cdm abbiano votato a favore del provvedimento. “E’ la solita Lega di lotta e di governo a cui siamo abituati, ma questa volta – è la sottolineatura – con la contiguità con violenti e i no vax Salviniáha passato il segno”. I leader di Io Apro ricevuti da Salvini, viene fatto notare, “alcuni giorni dopo erano sotto casa del coordinatore dei sindaci Pd Matteo Ricci spaventando la sua famiglia”.
La frattura, insomma, c’è, tanto che la deputata Pd Alessia Morani, invitata alla festa leghista, preferisce non partecipare dopo “la degenerazione” dei toni arrivata da leader della Lega. Da tutto lo stato maggiore dem, poi, parte l’attacco a Salvini. – “Salvini da mesi boicotta l’azione del governo di cui fa parte, con i suoi dirigenti che sfilano con i no vax. E oggi attacca Enrico Letta con un linguaggio da far west. A proposito: dica quando si dimetterà la giunta di Voghera dove un suo assessore va in giro sparando”, scrive su Twitter la capogruppo al Senato Simona Malpezzi. “Salvini dal Papeete alza i toni, per far dimenticare che la #spazzacorrotti la fece lui dal governo”, le fa eco Enrico Borghi.
Lo scontro, c’è da giurarsi, non andrà in vacanza con la pausa estiva. Anzi, complice l’avvicinarsi delle Amministrative, il barometro interno alla maggioranza rischia di stabilizzarsi sulla tempesta. A complicare il quadro, poi, c’è anche l’operazione Unicredit-Mps, data anche la candidatura del segretario Pd alle Suppletive a Siena, in quel seggio che fu di Pier Carlo Padoan ora presidente dell’istituto di credito. Letta, che nei prossimi giorni sarà nei 35 comuni del collegio, intende monitorare attentamente la vicenda, impegnandosi a sostegno dei lavoratori, a tutela del marchio e dell’unità del gruppo. Tra i dirigenti, in realtà non manca chi storce il naso per “l’eccessiva disinvoltura” con la quale l’ex ministro dell’Economia si sia dedicato “alle ‘porte girevoli’ passando dal Mef al Parlamento come candidato a Siena e ora a guidare la banca che intraprende l’iniziativa di acquisto di Mps”. “Letta non è tipo da fare scaricabarile – aggiungono le stesse fonti – ma è innegabile che quello fosse il Pd renziano e che tra l’attuale segretario e Padoan non ci siano mai stati rapporti”. Il centrodestra, intanto, non molla la presa: “Bisogna intervenire in Parlamento sul mostruoso conflitto di interessi Unicredit-Pd-Monte dei Paschi di Siena – attacca Maurizio Gasparri – La banca toscana è già costata milioni e milioni ai cittadini italiani. La banca toscana è stato luogo degli scandali targati Pci-Pds-Pd”. “Auspichiamo che il Ministro Franco venga a riferire alle commissioni competenti – concordano comunque la capigruppo dem Malpezzi e Serracchiani – È indispensabile che il Parlamento venga coinvolto nelle sue sedi opportune”.
Di Nadia Pietrafitta