ROMA – Vertice di maggioranza nel pomeriggio: Conte, Di Maio e Salvini. Altro punto cardine perché il governo vada avanti. L’aut-aut di Di Maio sul salari minimo garantito lascia presagire momenti di tensione. stasera mi aspetto un sì sul salario minimo garantito” – ha tuonato il leader grillino. “Mi aspetto risposte sul salario minimo – ha aggiunto Di Maio – e che la Lega ritiri gli emendamenti che provano a fermarlo. Mi aspetto l’accordo sull’abbassamento delle tasse con il carcere per i grandi evasori. Mi aspetto il sì alla lotta ai privilegi, perché siamo in ritardo sul taglio degli stipendi dei parlamentari. Andrà bene se rimettiamo al centro della stanza i cittadini – ha concluso”.
Il Consiglio dei Ministri
I primi atti concreti sono attesi nel consiglio dei ministri in programma per martedì, ma molto circa l’orientamento della futura azione di governo si capirà già stasera. Conte potrebbe vedere i suoi vice al termine di una giornata che lo vedrà impegnato, in mattinata, nel faccia a faccia con lo Spitzenkandidat del Partito Popolare europeo Manfred Weber. Un incontro che arriva in un momento in cui sembra emergere il rischio di un’Italia isolata nelle istituzioni comunitarie e che quindi testimonia come, in vista della partita per la presidenza della commissione Ue e per le nomine dei top job europei l’apporto dell’Italia è quantomeno considerato.
Il confronto
Tra gli argomento che verranno discussi sul tavolo a tre, anche la spinosa questione del del negoziato con Bruxelles. All’orizzonte, la possibilità di frizione tra chi, come Lega e anche M5S in queste ultime ore, apre all’opzione dei mini-Bot e chi, invece come il titolare del Mef Giovanni Tria e lo stesso premier, ha più di un dubbio su questa soluzione. Dubbi che, ragionano a Palazzo Chigi, non influiranno sul negoziato che Conte ha in mente di mettere in campo con l’Ue per evitare la manovra estiva. Un negoziato duro, dove la cifra sarà quella del dialogo, non di un arretramento di posizioni.
Il possibile rimpasto
La settimana prossima sarà decisiva anche per la futura squadra di governo. Un rimpasto, sebbene ufficialmente né la Lega né il M5S lo ammettano, resta nell’aria. Due i ministeri a rischio individuati in questi giorni: quello delle Infrastrutture, retto da Danilo Toninelli e quello della Sanità, guidato da Giulia Grillo. “Se la Lega vuole un rimpasto a suo favore ce lo chieda e ne ragioniamo – spiegano fonti del M5S”.