MILANO – “Capisco la rabbia di Simona e di Dario, perché il Pd toscano è il Pd più forte d’Italia. Ed è logico che loro si sarebbero aspettati un riconoscimento territoriale in occasione della formazione del governo. Ma io sono la persona meno indicata a parlare delle poltrone di questo esecutivo. Ho accettato di votare la fiducia a un governo con i Cinque Stelle soltanto per evitare il disastro economico. Che sarebbe iniziato con l’aumento dell’Iva e l’uscita dell’Italia dall’Europa che conta. E l’ho fatto senza chiedere niente per me o per i miei, nemmeno uno sgabello, altro che poltrone. L’interesse del Paese viene prima dell’interesse dei singoli e io l’ho dimostrato. Detto questo, quando Firenze alza la voce lo fa a ragione, mai a torto”.
Così Matteo Renzi in un’intervista al Corriere fiorentino a proposito del sindaco Nardella che ha parlato di “vendetta” per la mancanza di toscani nel governo e della segretaria del Pd toscano Bonafè che ha parlato di “purga” antirenziana. “Io parlo da fiorentino e da senatore eletto qui. E dico che questo governo di emergenza ha la possibilità di recuperare il rapporto con la città non con qualche poltrona ma con una vera e propria ‘Agenda Firenze’. Che mi pare assolutamente necessaria e di cui io mi faccio garante nella mia veste di senatore e di ispiratore del nuovo esecutivo”, aggiunge l’ex premier.
“E’ un patto che comprende i punti legittimamente e comprensibilmente avanzati dal sindaco Nardella. Il primo è l’aeroporto: non sfugge a nessuno che il cambio di ministri alle Infrastrutture e alla Cultura ha già determinato un passaggio importante. Paola De Micheli non è Toninelli, Dario Franceschini non è Bonisoli e avendo parlato con entrambi sono certo che il governo Conte 2 avrà nei confronti del sistema aeroportuale toscano e del sistema museale fiorentino un approccio radicalmente diverso”.
(LaPresse)