Governo: si lavora alla bozza del Recovery da 191,5 miliardi. Già domani in Consiglio dei Ministri

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi/ LaPresse in foto il Presidente del Consiglio Mario Draghi

Ultime ore di lavoro a Palazzo Chigi alla bozza del Recovery da 191,5 miliardi tra il premier Mario Draghi, il ministro dell’Economia Daniele Franco, i capidelegazione e i ministri che partecipano sul dossier. In totale il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ammonta a 221,5 miliardi, di cui 191,5 vanno al Recovery fund. Sono 30 invece i miliardi destinati al fondo complementare “Rivoluzione green e transizione ecologica” così ripartiti: al green andrebbero quasi 12 miliardi, (11,65) di cui 8,25 per il Superbonus; 6,13 miliardi al digitale e mobilità (dalla banda larga e il 5G che prendono 1,4 miliardi a un sistema di monitoraggio da remoto di ponti, tunnel e viadotti che guadagna 1,15 miliardi), 3,25 miliardi andrebbero a progetti legati alla missione “Inclusione e Coesione” e gli altri 2,89 alla Sanità.

Le missioni

Sono sei le missioni previste: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (42,5 mld); rivoluzione verde e transizione ecologica (57 mld); infrastrutture per la mobilità sostenibile (25,3 mld); istruzione e ricerca (31,9 mld); inclusione e coesione (19,1 mld); salute (15,6 mld). Alle sei missioni vanno ad aggiungersi due riforme strutturali della giustizia e della Pubblica amministrazione. All’interno della bozza in esame al Consiglio dei ministri sono state citate altre riforme  “abilitanti”, vedi “le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni e interventi sul codice degli appalti”, a cui vanno ad aggiungersi  le “riforme settoriali specifiche come nuove regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul contratto di programma per le Ferrovie”.

La governance

La governance del Pnrr, è scritto nella bozza all’esame del governo, prevede la “responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte: ministeri ed enti locali e territoriali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati e la gestione regolare corretta ed efficace delle risorse. Monitoraggio, rendicontazione e trasparenza saranno incentrate al Ministero dell’economia che monitora e controlla il progresso dell’attuazione di riforme e investimenti e funge da punto di contatto unico per le comunicazioni con la Commissione Ue”.

Pil in crescita

Intanto le previsioni prevedono nel 2026 un Pil maggiore di 3 punti percentuali grazie al Pnrr. “La crescita media del Pil – si legge nella bozza – tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019”.In crescita anche le risorse da spendere per l’istruzione e la ricerca. Nel precedente Pnrr, del valore complessivo di 210,9 mld, “le risorse per l’istruzione ammontavano a 26,66 miliardi” mentre  nella nuova bozza, “del valore di 191,5 mld, all’istruzione vanno invece 31,9 miliardi, di cui 24,1 miliardi per nuovi progetti e 7,7 miliardi per progetti in essere”.

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