ROMA – Un Consiglio dei ministri oggi, per mettere a punto le misure in materia di concessioni balneari, e uno con ogni probabilità venerdì, per varare il nuovo decreto contro il caro bollette e intervenire per ‘correggere’ il meccanismo della cessione del credito che sta rallentando i cantieri del superbonus.
Questa la road map fissata da palazzo Chigi per i provvedimenti in agenda. La volontà di Mario Draghi è quella di chiudere al più presto i dossier ancora aperti, in modo da adeguarsi alle regole europee da una parte e, dall’altra, continuare a dare ossigeno a famiglie e imprese.
La riforma delle concessioni balneari – in più di un’occasione congelata data la distanza tra i partiti – sarà introdotta con un emendamento al disegno di legge delega sulla concorrenza, attualmente all’esame del Senato. La logica del provvedimento, come ribadito in più di un’occasione Massimo Garavaglia, sarà quella di “difendere gli interessi legittimi” di chi fin qui ha goduto delle concessioni sulle coste. “La famiglia che vive grazie a uno stabilimento e ha fatto degli investimenti dati anche i termini previsti dalle regole attuali verrà tutelata”, spiegano dal ministero del Turismo.
Lavori in corso, poi, sul nuovo decreto contro il caro bollette. Il Governo è “vicino” a chiudere il testo, ma – nonostante un tentativo di accelerazione – la norma non sarà domani sul tavolo del Governo. A palazzo Chigi le riunioni vanno avanti, coordinate da Daniele Franco e Roberto Garofoli, che in giornata fanno il punto anche con la direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti.
Restano due le direzioni di marcia: da una parte, infatti, si lavora per un nuovo pacchetto di aiuti per famiglie e imprese per contenere l’emergenza, mentre dall’altro i tecnici del Mite sono al lavoro per valorizzare la produzione e lo stoccaggio di gas nazionale e accelerare sul fotovoltaico, agevolando scuole e uffici pubblici a dotarsi di pannelli solari.
Sul fronte risorse il ‘tesoretto’ recuperato negli ultimi giorni tra risparmi di spesa e pieghe del bilancio ammonterebbe a poco più di 4 miliardi (che si andrebbero a sommare ai 10 già stanziati) ma il tentativo è quello di far arrivare sul tavolo del Governo un decreto che ‘pesi’ tra i 5 e i 7 miliardi. C’è poi il lavoro per capire – attraverso mappe e simulazioni – dove andare a estrarre quantitativi maggiori di gas ‘made in Italy’ in modo da ridurre quello importato, dicendo poi alle imprese energivore di fornirlo a prezzo calmierato.
Intanto la politica resta in pressing. “Adesso la cosa più urgente da fare è un intervento da 6-7 miliardi per attenuare il peso del caro bollette”, insiste il leader della Lega Matteo Salvini che puntava ad avere il testo in Cdm già domani. “E’ il momento per dare un messaggio forte a famiglie e imprese”, gli fa eco il segretario Pd Enrico Letta. “Il governo, incapace e senza alcuna strategia, continua a non fare nulla”, attacca Giorgia Meloni.