Grano: partite altre 3 navi dall’Ucraina, Erdogan e Putin rafforzano le relazioni

n faccia a faccia durato oltre 4 ore

Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin (Turkish Presidency via AP)

MILANO – Nel giorno in cui la Turchia conferma la partenza di altre tre navi cariche di cereali dai porti ucraini, frutto dell’accordo che la stessa Ankara ha contribuito a mediare fra Kiev e Mosca insieme all’Onu, i fari si sono accesi su Sochi per un nuovo bilaterale fra Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin. Un faccia a faccia durato oltre 4 ore sul cui tavolo non c’era solo l’applicazione dell’accordo sul grano, ma anche la prospettiva per una fine delle ostilità in Ucraina, la situazione in Siria e i crescenti legami economici fra Mosca e Ankara. In una nota congiunta, hanno sottolineato che “nonostante le attuali sfide regionali e globali, i leader hanno riaffermato la loro volontà comune di sviluppare ulteriormente le relazioni russo-turche basate sul rispetto, sul riconoscimento degli interessi reciproci e in conformità con i loro obblighi internazionali”. Il tutto mentre sul campo, in Ucraina, Kiev accusa i russi di avere bombardato una linea elettrica della centrale nucleare di Zaporizhzhia, un attacco che non avrebbe causato fuoriuscite radioattive. E mentre Mykolaiv, nel sud del Paese, è stata presa di mira da bombardamenti russi che hanno causato morti e feriti e si appresta a iniziare un lungo coprifuoco che durerà per tutto il weekend.

Se nell’incontro avvenuto il 19 luglio a Teheran – a margine del trilaterale fra Iran, Turchia e Russia – Erdogan aveva fatto aspettare Putin per circa un minuto prima di entrare nella stanza, una mossa interpretata da alcuni come riflesso della nuova posizione assertiva di Ankara rispetto a Mosca, lo stesso non sembra essere avvenuto nei colloqui di Sochi, che sottolineano l’importanza dei rapporti Russia-Turchia. Putin ha ringraziato personalmente Erdogan per il ruolo avuto nel raggiungimento dell’accordo sul grano: “Con la vostra partecipazione diretta e con la mediazione del segretariato delle Nazioni Unite, la questione relativa all’export del grano ucraino dai porti del Mar Nero è stata risolta. Le consegne sono già iniziate, voglio ringraziarvi sia per questo che per il fatto che allo stesso tempo è stata presa una decisione sulle forniture di cibo e fertilizzanti russi ai mercati mondiali”, ha detto il leader del Cremlino. Dichiarazioni giunte proprio dopo che altre tre navi cariche di cereali – dirette in Irlanda, Regno Unito e Turchia – hanno iniziato il viaggio nel Mar Nero partendo dai porti ucraini, seguendo le orme del primo carico di grano partito per il Libano questa settimana.

Putin non ha mancato di toccare l’argomento caldo del gas, dicendo che l’Europa dovrebbe ringraziare Ankara per l’approvvigionamento di energia, visto che il gasdotto TurkStream fornisce gas russo alla Turchia e al sud Europa tramite il Mar Nero. E i due leader hanno discusso delle forniture di gas e hanno concordato un pagamento parziale in rubli. Ma i temi sul tavolo sono andati anche oltre. Putin e Erdogan hanno deciso di “aumentare il volume del commercio bilaterale” e le interazioni in settori come i trasporti, il l’agricoltura, l’industria, la finanza, il turismo e l’edilizia. Hanno sottolineato “l’importanza di mantenere l’unità politica e l’integrità territoriale della Siria e la determinazione ad agire congiuntamente e in stretto coordinamento l’uno con l’altro nella lotta contro tutte le organizzazioni terroristiche”. E quanto alla Libia, hanno rimarcato la necessità di tenere “elezioni libere, eque e credibili basate sul più ampio consenso possibile”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha invece negato che i leader abbiano discusso dell’acquisto di droni Bayraktar dalla Turchia.

A proposito dell’Ucraina, a marzo la Turchia ospitò un round di colloqui tra negoziatori russi e ucraini su una possibile fine delle ostilità: i colloqui si sgretolarono dopo l’incontro di Istanbul, con Russia e Ucraina che si sono attribuite a vicenda la responsabilità dei mancati progressi. La posizione dalla quale Ankara può dialogare con il Cremlino è unica: da una parte la Turchia è membro della Nato e sostiene parti contrapposte rispetto a Mosca in Siria e Libia, dall’altra Mosca e Ankara hanno una cooperazione stretta su difesa, energia e accordi commerciali. E la Turchia ha fornito all’Ucraina droni, ma non si è unita alle sanzioni alla Russia. Inoltre, Ankara aspetta la luce verde di Mosca per una sua nuova operazione nel nord della Siria contro militanti curdi, che considera terroristi.

Il tutto si poggia su solidi rapporti economici. Putin ha sottolineato che il commercio russo-turco è raddoppiato nei primi 5 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un aumento che riflette il concentrarsi di Mosca sui legami con Ankara mentre fa i conti con le sanzioni occidentali. E nel mezzo di una grave crisi economica con un’inflazione che sfiora l’80% anche la Turchia fa sempre più affidamento sulla Russia, in particolare per commercio e turismo. Il gas russo copre il 45% del fabbisogno energetico turco e l’agenzia atomica russa sta costruendo la prima centrale nucleare turca ad Akkuyu.

(LaPresse)

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