Green pass, a Cernobbio gli imprenditori favorevoli: presto linee guida dal governo

Per poter entrare a villa d'Este e partecipare alla 47esima edizione del Forum Ambrosetti a Cernobbio, imprenditori, economisti, personalità politiche e giornalisti hanno dovuto mostrare il Green pass

CERNOBBIO (Como) – Per poter entrare a villa d’Este e partecipare alla 47esima edizione del Forum Ambrosetti a Cenobbio, imprenditori, economisti, personalità politiche e giornalisti hanno dovuto mostrare il Green pass. E tra i partecipanti il verdetto sul ‘passaporto verde’ è unanime. È una misura utile per frenare il contagio e va caldeggiata. In tanti, però, chiedono al governo di rendere esplicite le linee guida da adottare per poterlo applicare anche nei luoghi di lavoro, e c’è qualcuno che sarebbe favorevole addirittura all’obbligo vaccinale.

“Noi seguiremo le indicazioni che saranno date dal governo e dall’autorità sanitaria”, dice il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ricordando che per la banca “il problema è duplice: dobbiamo tutelare salute lavoratori, ma anche quella dei clienti. Sono sempre a contatto. Dobbiamo difendere sia gli uni che gli altri e non si può fare se non aderendo alle indicazioni che saranno date dall’autorità sanitaria e governativa”.

Per Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, “un provvedimento legislativo” per stabilire se il Green pass debba essere o meno obbligatorio anche nelle aziende e in altri luoghi di lavoro può “aiutare” per favorire “l’introduzione più facile sul luogo di lavoro di questo tipo di vincoli”. “Il codice civile dice che gli imprenditori devono prendere delle misure per rendere sicuri i posti di lavoro, – ricorda – quindi di per sé non credo sia un problema giuridico. Sarebbe meglio, però, se fosse fatto sulla base di qualche linea guida fissata dal governo per evitare che ci siano differenze di trattamento, di interpretazione”.

Sul Green pass “credo che il presidente Draghi ieri sia stato molto chiaro, ma torno a dire è una questione di responsabilità. Come si fa a mettere a rischio persone che sono immunodepresse o fragili perchè non ci si vuole vaccinare? Penso però che bisogna convincere le persone” restie a vaccinarsi, sottolinea l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo. “Anche le aziende devono essere proattive nello spiegare perchè è importante vaccinarsi e perchè non ci sono rischi”. “Ci sono alcune categorie che chiaramente devono avere il Green pass perché sono esposte ad eventi pubblici – conclude – ma non sta a noi renderlo obbligatorio all’interno dell’azienda”.

Attesa per le posizioni che prenderà il governo anche in Acea. L’amministratore delegato Giuseppe Gola chiarisce “in questa fase si stanno riportando un po’ di persone in azienda, con molta gradualità, ma non stiamo chiedendo il green pass a chi” torna a lavorare in presenza. “Noi continuiamo a suggerire a caldeggiare ai nostri dipendenti di vaccinarsi, prima della campagne di vaccinazione nazionale, abbiamo cominciato come azienda a fare le vaccinazioni in Edison e abbiamo raccolto l’85% di adesioni”, racconta l’ad di Edison, Nicola Monti. Trai dipendenti di Edison “oltre il 90%” ha già ricevuto dosi di siero anti Covid, ma il gruppo in attesa che il governo dia disposizioni per quanto riguarda le aziende.

Favorevole al green pass anche Riccardo Illy, che si dice sicuro che presto il governo provvederà a fornire linee guida in tempi brevi. “Il Green pass secondo me è utile in tutti i settori in cui le persone stanno vicine e a lungo – chiosa -. Non può riguardare soltanto i trasporti, ma anche i luoghi di lavoro”. L’imprenditore triestino si è detto “eventualmente favorevole anche all’obbligo di vaccinazione”. “Chi deve andare in Africa in viaggi ha sempre fatto il vaccino – conclude – non vedo perchè si debba protestare per un vaccino che salva la vita nostra e quella degli altri”.

(LaPresse)

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