ROMA – Silvio Berlusconi fa da scudo al ‘governo dei migliori’ e, con due note in due giorni, rimarca la sua posizione di “garante dell’esecutivo Draghi”. Sulla pandemia Forza Italia si è sempre distinta dagli alleati di centrodestra, promuovendo l’obbligo vaccinale e accogliendo con ‘quasi’ entusiasmo l’utilizzo del green pass. E anche oggi, quando il Covid-19 sembra aver allentato la morsa, grazie anche alle misure messe in campo, il Cav non ha intenzione di invertire la rotta.
Se ieri l’uomo di Arcore aveva invitato il premier, dopo una lunga telefonata, a non “drammatizzare le vicende parlamentari” – di fatto suggerendo che silenziare le due Camere non poteva essere una strategia vincente – oggi torna a farsi sentire, disinnescando le mine leghiste. Solo stamattina Matteo Salvini aveva pronosticato la breve vita del green pass: “Se nei prossimi 40 giorni la situazione continuerà a migliorare negli ospedali, nelle strade, nelle scuole e nelle fabbriche, si supera lo stato emergenza e dal nostro punto di vista si superano anche tante restrizioni. Ma è più saggio arrivare a parlarne il 21 marzo, il primo giorno di primavera, quando mancheranno pochi giorni”.
Per il segretario del Carroccio il limite consentito è appunto il 31 marzo, un percorso che dalle parole passa ai fatti con l’emendamento presentato alla Camera sul decreto legge Covid. La Lega prende, dunque, l’iniziativa ed esce dal perimetro della maggioranza sfidando le decisioni dell’ex capo della Bce: via il certificato verde con la fine dello stato di emergenza. La stessa Giorgia Meloni rilancia: “Fratelli d’Italia non si rassegnerà mai a questa deriva liberticida”.
Il ‘liberi tutti’ auspicato, quando manca poco più di un mese, non piace al Cav che fa recapitare forte chiaro a Montecitorio il suo ordine di scuderia. Nessuna azione che metta in pericolo lo stato di salute né degli italiani né del governo, che deve durare fino al 2023. Soprattutto se la strategia è legata al solo tornaconto elettorale. Il gruppo azzurro in commissione Affari sociali si astiene, e non si ripete la notte ‘horribilis’ della scorsa settimana sul dl Milleproroghe, con il governo battuto ben quattro volte.
Berlusconi è netto: come in altri Paesi Ue, “anche nel nostro è giunto il momento di restituire un po’ di libertà e serenità agli italiani, che hanno affrontato questa sfida difficilissima con serietà e grande spirito di sacrificio”. Un percorso, dice il Cav, che può e deve essere intrapreso dal 31 marzo e non prima, come del resto “supportato dal parere di eminenti scienziati”, è la bordata che arriva dritta in via Bellerio.
E su questa linea, tratteggiata con forza, l’ex premier annuncia “un piano di graduale dismissione del Green pass a partire dai contesti che, secondo gli esperti, risultano meno pericolosi per la salute pubblica, come le attività commerciali e di intrattenimento. Questo piano verrà consegnato al governo nei prossimi giorni”. Nessuna fretta, ma una uscita ragionata dalla fase emergenziale, per “poter godere – rimarca Berlusconi – di una stagione estiva senza più limitazioni, finalmente spensierata”.
È ancora la ‘prudenza’ e la lealtà alla scelta fatta nel sostenere l’esecutivo Draghi a guidare Forza Italia, una linea “che paga”, sottolinea il ministro Mara Carfagna, e che “vuol dire anche concedersi la possibilità di apportare dei miglioramenti ai testi che vengono presentati”. Il partito, dunque, è compatto, ma il rischio è quello di trovarsi isolato in una coalizione che, invece, sulla pandemia ha idee contrarie e dirompenti, soprattutto se i dissensi vengono conditi dalle rivalità tra Salvini e Meloni. E in questa contesa a pagare sono i ritardi sui candidati delle amministrative, ancora non decisi, quando il voto è praticamente alle porte. E il tempo sul tema potrebbe essere tiranno.(LaPresse)