ROMA – Se ne riparla a marzo. È questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge dall’assemblea congiunta M5S di questa mattina sul Green pass e le misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Una riunione fortemente voluta dal fronte interno che ritiene i tempi maturi per superare il Green pass dal 1 aprile, ovvero dal giorno dopo la fine della proroga dello stato di emergenza, che ad oggi scadrebbe il prossimo 31 marzo. Nei giorni scorsi diversi parlamentari hanno chiesto che il Movimento prendesse una posizione unitaria per chiedere un allentamento della cinghia, ma Giuseppe Conte preferisce invece attendere le prossime settimane di marzo per aprire un dialogo con il governo, la comunità scientifica e le altre forze politiche. Il pensiero dell’ex premier è netto: “Spesso consideriamo le misure come una sorta di menù à la carte, dove possiamo spostare, allentare, restringere o allargare le singole misure a seconda della propria sensibilità – dice via Zoom in assemblea con deputati e senatori -. Ovviamente non può funzionare in questo modo e bisogna fare comunque affidamento su un percorso, costruito nel tempo, con degli interventi, dobbiamo riconoscerlo, hanno introdotto delle sensibili novità”. Il discorso parte da una considerazione: “Dire che siamo fuori dalla pandemia non è proprio corretto, come ha ricordato Sileri nel suo intervento, ci stiamo avvicinando e stiamo transitando nella fase dell’endemia. È una prospettiva che ci conforta ma dobbiamo essere tutti d’accordo che non possiamo smantellare e dismettere le misure di precauzione e protezione sin qui adottate”.
La preoccupazione di Conte è anche politica, di fronte al Paese: infatti ripete spesso che la posizione del Movimento è quella della “responsabilità”. Inoltre, a suo modo di vedere “il Green pass ha contribuito a coniugare il binomio libertà-responsabilità” e dunque “ha costituito un buon compromesso rispetto alle opzioni in campo”. E difende l’operato della squadra di governo, che in qualche intervento era stato messo in discussione, ricordando che nel dibattito sul decreto varato lo scorso 7 gennaio “c’era anche una linea più severa, addirittura di introdurre un obbligo vaccinale tout-court” sventato -lascia capire – quando aggiunge quindi che “non è vero che la nostra delegazione non ha lavorato”. E qui dedica un pensiero al sottosegretario alla Salute: “Dico la verità, non invidio affatto, e penso a Pierpaolo Sileri, il ruolo istituzionale che ha, che lo costringe a subire un poco i malumori e una certa insofferenza che si diffondono legittimamente tra la popolazione, e insofferenza, dubbi e perplessità che si diffondono ovviamente ance tra i portavoce”. Proprio Sileri, poco prima dell’ex premier, aveva preso la parola per dire la sua e rispondere a tono ad alcuni interventi critici, soprattutto quella del collega senatore, Pietro Lorefice, che aveva ricordato la sua dichiarazione in tv, quando disse che avrebbero reso la vita difficile ai no vax. “Prima di parlare, per quanto voi possiate lavorare, giocare sui numeri, parlare del 2021, del 2022: attenzione perché ci sono persone titolate a cui noi ci rivolgiamo per farlo. E perdonate, ma non credo che noi siamo meglio di Oms e Cts, è questo l’errore che commettiamo: pensare di essere migliori degli altri. Nel momento in cui pensiamo di essere migliori degli altri facciamo una cazzata. Dovremmo dire per primi ‘sappiamo di non sapere’. È così che insieme si esce dalla pandemia”.
Prudenza è anche la parola d’ordine del M5S. “Dopo più di anni di pandemia qualche dubbio ci può essere, mentre quello che non può esserci è pensare che siamo fuori da un’emergenza pandemica e sia addirittura opportuno smantellare tutto”, dice Conte in assemblea. Che si dice d’accordo con una “rivisitazione delle misure graduale, cum grano salis, senza distruggere tutto quanto è stato fatto, un allentamento progressivo”. Dunque, “non è escluso che in questo dialogo con il governo, nelle prossime settimane, nel mese di marzo, si possa giungere a rivalutare una misura che rivalutare adesso non avrebbe molto significato”. Conte però punta anche il dito: “Facciamo in modo da coltivare il dibattito con le altre forze politiche, in modo ordinato. Oggi il fatto che si preannunci un odg e ognuno senta la necessità si esprimere la propria sensibilità per suo conto, rischia di dare meno forza politica al Movimento”. Il riferimento è all’ordine del giorno presentato dal deputato piemontese, Davide Serritella, che poi ritira l’atto. “Noi siamo quelli della responsabilità, che hanno fatto scelte difficili, che dialogano con il governo ma senza fughe in avanti, isolate, dimostrazioni, personalismi – ripete Conte -. Siamo quelli che oggi pongono anche il tema su queste misure, così concepite, quale durata avranno? Quanto è necessario che permangano e perché? Questi sono quesito che possiamo tranquillamente porre in un confronto serio e responsabile”. Ecco perché assicura: “Valuteremo le misure di protezione, le mascherine, non solo all’aperto ma anche al chiuso. Valuteremo quando si potrà tornare al Green pass di base”.
LaPresse
Green pass, Conte non cambia la linea sul M5S. Sileri ai colleghi: “Basta caz…”
Se ne riparla a marzo. È questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge dall’assemblea congiunta M5S di questa mattina sul Green pass e le misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.