ROMA – Green pass su mezzi di trasporto a lunga percorrenza, come navi, aerei e treni, ma anche i traghetti per il trasporto turistico dalla terraferma alle isole. Sarà questo il tema più rovente su cui si concentrerà la maggioranza di governo tra martedì e mercoledì, prima in cabina di regia e poi in Consiglio dei ministri. Un tema caldissimo, che divide le diverse anime dell’esecutivo, con il ministro Roberto Speranza (sostenuto da M5S e Pd) che vorrebbe far partire la misura già dal 6 agosto – quando sarà attivo ufficialmente il green pass – trovando già sulle barricate la Lega di Matteo Salvini, che su questo punto non ha alcuna voglia di retrocedere. Il Carroccio vorrebbe introdurre la misura a partire da settembre, salvando la parte finale della stagione turistica. L’ala più prudente e rigorosa guarda invece all’aumento dei contagi e all’estensione sul territorio della variante Delta. La mutazione del Covid continua a correre veloce e l’obiettivo è proprio quello di contenere le ‘infezioni’ di ritorno dalle vacanze. Oggi sono stati 3190 nuovi casi positivi (+5.321 rispetto a ieri) e 23 i decessi (+5 rispetto a ieri). Ancora contenuti gli aumenti negli ospedali e in terapia intensiva, ma certamente l’ipotesi di un effetto ‘vacanza’ come lo scorso anno non è – viene spiegato – da sottovalutare. Sarà insomma questa la settimana decisiva per limare l’utilizzo del green pass e ampliarne l’obbligatorietà, con Mario Draghi costretto ancora a fare la sintesi in una Cdm che si preannuncia già agitato.
Se sui trasporti a lunga percorrenza si deciderà con il nuovo decreto, le regole per quello locale saranno invece affrontate più avanti. Come del resto anche l’utilizzo del certificato verde nei luoghi di lavoro. La discussione – spiegano diverse fonti della maggioranza – “sarà avviata questa settimana, ma per la definizione bisognerà attendere”. E un primo passo è stato fatto con la convocazione dei sindacati a palazzo Chigi. Il premier Draghi ha riunito infatti attorno a un tavolo i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombadieri – per verificare la fattibilità di introdurre il green pass per l’ingresso in azienda anche per i lavoratori. Diverse le sfumature da affrontare: se comprendere solo le grandi aziende e multinazionali o anche le medie e piccole imprese, se coinvolgere solo i lavoratori o anche i clienti. Per ora la posizione dei sindacati è quella espressa da Landini sulle pagine del Corriere della Sera: “Non è possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti, perché eventualmente un dipendente sceglie di non vaccinarsi”. Insomma il green pass non sia un pretesto per licenziare.
Quello che invece non sarà rimandato è l’ok all’obbligo vaccinale per gli insegnanti. I tempi stringono e benché i numeri del personale scolastico ‘immunizzato’ non siano drammatici, la riapertura degli istituti a settembre e in presenza resta una priorità dell’ex capo della Bce, quindi l’imperativo è quello di non fallire. Oggi circa l’85% dei docenti è stato vaccinato o è in attesa della seconda dose, con l’arrivo di un milione di dosi in più di Pfizer e l’obbligatorietà di ricevere il vaccino si potrà pensare di superare quota 90%. Il 20 agosto comunque i numeri dei lavoratori scolastici in regola con le somministrazioni saranno presentate al commissario Francesco Paolo Figliuolo e da questa “quantificazione” delle mancate adesioni a fini statistici, si potrà avere un quadro più chiaro.Anche su questo punto le sensibilità sono diverse. La Lega vorrebbe attendere dati più certi e poi magari intervenire con l’obbligatorietà. Resta ferma tuttavia la volontà del premier di non mettere a rischio l’apertura delle scuole, per questo le regole molto probabilmente saranno stabilite prima per non incorrere in ritardi. Lo stesso vale per il piano scuola, su cui il ministero dell’Istruzione è al lavoro che che dovrebbe essere presentato alle Regioni mercoledì.
Di Donatella Di Nitto