Serve “una nuova fase”, perché il Pd, con tutte le sue correnti, sembra “un arcipelago di luoghi in cui si esercita in modo disordinato la sovranità”. Fatta l’analisi dal palco dell’hotel Ergife, dove si sta tenendo l’assemblea nazionale del partito, Nicola Zingaretti ora deve agire.
Ha intenzione di farlo impostando una nuova agenda, cambiando marcia. Dando spazio alla green economy e un nuovo sistema fiscale. Lo spazio per imporsi c’è: i Cinque Stelle, ha sostenuto il segretario dem, hanno perso l’anima trasformandosi in una stampella del Carroccio. E il format della Lega basato sull’uomo solo al comando col tempo, secondo il politico di centrosinistra, si rivelerà fallimentare.
Il progetto che il governatore del Lazio ha in mente prenderà forma con la ‘Costituente delle idee’, prevista nel capoluogo emiliano dall’8 al 10 novembre.
Programmi a parte, nell’immediatezza la grana da risolvere per Zingaretti si chiama Renzi. I sostenitori del fiorentino stanno alla finestre: lasciare significherebbe rischiare di scomparire, restare dentro mettendosi di traverso è l’ipotesi più accreditata. In ballo c’è la decisione sulla ‘divisione della cariche’: non rendere automatico che il segretario del partito sia anche il candidato premier.