Non ci sono divisioni, il Governo è compatto, vuole evitare la procedura di infrazione. Questo mantra viene ripetuto dal premier Giuseppe Conte per tre volte in un giorno: la mattina alla Camera, a pranzo al Quirinale, al pomeriggio al Senato. Prima di partire per il Consiglio europeo, Conte vorrebbe che il Consiglio dei ministri approvasse la legge di assestamento di bilancio.
L’appuntamento
Il ddl, che aggiorna il quadro delle previsioni di bilancio a legislazione vigente, senza nuove autorizzazioni di spesa, può avanzare variazioni compensative tra le dotazioni finanziarie già in vigore. La volontà di discuterne emerge da parole che lo stesso Conte pronuncia dopo aver incontrato Sergio Mattarella, nel tradizione pranzo che precede i vertici europei. L’obiettivo, spiega il premier, è mettere sul tavolo “una bozza di aggiustamento in modo da certificare il monitoraggio positivo dei conti pubblici”, con l’obiettivo “di avere un ulteriore documento ufficiale da portare ai nostri interlocutori”.
Conte, d’intesa con il ministro dell’Economia Giovanni Tria, vuole quindi dimostrare che sono “le nostre stime ad avere il sopravvento rispetto ad altre, che non corrispondono ai reali flussi di cassa”. In effetti l’assestamento, che verrebbe anticipato rispetto alla normale approvazione a fine giugno, potrebbe essere una carta importante da usare nel negoziato con Bruxelles. Il vicepremier Matteo Salvini non commenta immediatamente l’idea di Conte, ma si dice sicuro che “l’Ue permetterà all’Italia di crescere e di correre: governi complici, governi ignoranti, governi fessi non ce ne sono piu”.
Resta comunque incerto se il premier, che ha già preparato una lettera per rassicurare i leader europei, potrà allegare il ddl con il timbro di Palazzo Chigi. Il sospetto del Carroccio è che, a forza di impegni a contenere le spese, si voglia rinviare la rivoluzione fiscale della Flat Tax. Sollecitato dai cronisti a Palazzo Madama, lo stesso Conte precisa: “Inizieremo la discussione dell’assestamento di bilancio, se non riusciremo a completare ci aggiorneremo”.
Il Cdm che deve preparare lo schema numerico, peraltro, inizia con un’ora di ritardo. Non aiuta un piccolo incidente alla Camera che, comunque, mostra quanto i nervi siano tesi. Il Carroccio vuole inserire nel decreto Crescita un emendamento sui fondi di coesione affinché siano gestiti a livello regionale. Il M5S si mette di traverso. La discussione a Montecitorio viene prima sospesa per un’ora, quindi si preferisce il rinvio della discussione.
(Matteo Bosco Bortolaso/LaPresse)