BRUXELLES – In stand by il sesto pacchetto di sanzioni contro Putin in quanto, l’Unione europea, non ha ancora deciso quando introdurre le nuove restrizioni, nonostante da parte del G7 ci sia l’impegno al blocco del greggio proveniente dalla Russia. Le nuove misure prevedono “l’embargo del greggio russo tra 6 mesi e dei prodotti raffinati entro fine anno”. All’interno del sesto pacchetto “la disconnessione dal sistema internazionale dei pagamenti Swift di nuove banche, tra le quali Sberbank, ai nuovi nomi nella black list, come forse quello della compagna di Putin, Alina Kabaeva, e del patriarca ortodosso Kirill”
Le cause
I ritardi all’embargo del greggio sono dovuti all’ostracismo di alcuni Paesi strettamente dipendenti dalla Russia e con impianti di raffinazione esclusivamente tarati per quel tipo di petrolio. Si pensava a una deroga di due anni per Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria, quest’ultima ne avrebbe chiesti addirittura cinque per sganciarsi dal petrolio russo, oltre a un’eccezione permanente o importanti compensazioni economiche per la riconversione industriale degli impianti nazionali”. Inoltre Malta, Grecia e Cipro potrebbero aver ottenuto l’abolizione del divieto delle compagnie di navigazione e assicurative “di trasportare o assicurare i carichi di petrolio russo”
I progressi
Intanto notizie di corridoio provenienti da Bruxelles sottolineano una situazione non proprio complicata da superare. Ovvero fatta di “progressi importanti e di unità sulla necessità di adottare il sesto pacchetto, con il via libera che potrebbe arrivare nei prossimi giorni”.