KIEV – C’è lo stop del petrolio dalla Russia: pronto già in questa settimana un nuovo pacchetto di sanzioni, il sesto in ordine di tempo. E proprio sui nuovi provvedimenti, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella si è detto favorevole, anche se sarebbe cosa buona e giusta il raggiungimento della pace “attraverso il dialogo”.
I botta e risposta
Intanto non si placano gli attriti e gli scambi di accuse tra Russia e Ucraina in merito a possibili crimini di guerra perpetrati dalle truppe di Vladimir Putin. Lo ‘Zar’ tra l’altro all’indomani dell’incontro a Ramstein della Nato in cui si è discusso di un possibile riarmo, ha chiaramente minacciato l’Occidente “di usare armi segrete”. E ha aggiunto, grazie all’intervento di un suo diplomatico all’Onu, che “gli ucraini avrebbero torturato prigionieri in un centro di tortura a Mariupol chiamato ‘la biblioteca’”.
Le accusa dell’Usa
Dalla Casa Bianca hanno informato che “una unità militare russa avrebbe giustiziato ucraini che volevano arrendersi vicino a Donetsk, esecuzioni di persone alle quali erano state legate le mani, torture e violenze sessuali contro donne e ragazze tali da far ravvisare abusi sistematici”. E proprio agli Usa il presidente ucraino, Selensky ha chiesto altre armi come “droni d’attacco e munizioni”, a cui manca solo l’ok dell’inquilino della casa Bianca, Joe Biden che nel pomeriggio parlerà alla nazione. Il neopresidente americano ha anche chiesto al Congresso “fondi per sostenere l’Ucraina, sia dal punto di vista militare che umanitario, per altri 5 mesi”.