BRUXELLES – Fumata nera per le sanzioni alla Russia: la riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi dell’Unione europea non ha prodotto risultati. L’intoppo l’ha creato l’Ungheria di Viktor Orban che ha posto il veto all’inserimento del patriarca ortodosso Kirill nell’elenco delle personalità da sottoporre a sanzioni.
La nota
Intanto in una nota il ministero degli Esteri ucraino ha specificato che “l’’Ucraina sta discutendo con i partner le modalità per istituire una missione internazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite che si occupi del funzionamento delle rotte marittime per l’esportazione dei prodotti agricoli ucraini: accogliamo con favore – si legge – la disponibilità di alcuni Paesi a partecipare al processo di ripristino della sicurezza nel Mar Nero e nel Mar d’Azov. Come primo passo la Russia deve ritirare le sue forze dalle acque territoriali dell’Ucraina e fornire garanzie di sicurezza contro gli attacchi ai porti e ai convogli commerciali”.
No al blocco delle sanzioni
“Chiediamo inequivocabilmente all’Ungheria di non bloccare più questo processo”: parole del portavoce del governo polacco, Piotr Mueller. “Le decisioni del Consiglio europeo sono state inequivocabili e la Polonia e altri paesi dell’Ue – ha fatto sapere – vogliono adottare questo pacchetto di sanzioni il prima possibile”.
Nuove sofferenze
E il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha sottolineato come “le consegne di armi più avanzate a Kiev da parte dell’Occidente porteranno ulteriori sofferenze all’Ucraina ma non influiranno sull’operazione speciale della Russia”. E che “i tentativi dell’Ucraina di usare armi straniere contro obiettivi russi avranno un impatto negativo sulla situazione”
Distrutti posti di comando
Il portavoce della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, ha informato che, in queste ore, “l’aviazione russa ha distrutto, nei pressi di Kharkiv, posti di comando appartenenti ai reggimenti Azov e Kraken dell’esercito ucraino. Nelle ultime 24 ore, in totale – ha continuato – gli aerei di Mosca hanno colpito 15 aree di concentramento truppe e depositi di munizioni e carburante presso Dolyna e Sloviansk”. E che “durante i raid sono stati uccisi 240 militari ucraini. Le forze russe hanno inoltre abbattuto un Su-25 nella regione di Mykolaiv”.