Guerra, piange l’economia russa: impennata dei prezzi

FILE - A Russian serviceman guards an area of the Zaporizhzhia Nuclear Power Station in territory under Russian military control, southeastern Ukraine, May 1, 2022. Ukrainians are once again anxious and alarmed about the fate of a nuclear power plant in a land that was home to the world’s worst atomic accident in 1986 at Chernobyl. The Zaporizhzhia nuclear plant, Europe’s largest, has been occupied by Russian forces and continued fighting nearby has heightened fears of a catastrophe that could affect nearby towns in southern Ukraine or beyond. (AP Photo/File)

ROMA – L’economia russa in sofferenza. Lo dicono i dati del Rosstat, l’Istat russa, secondo la quale durante questa estate nel Paese si è registrato un forte calo dell’industria nazionale. Su ventiquattro settori studiati ben 18 hanno subito un calo che dal 6% compreso quello dell’auto.

Solo siderurgia e farmaceutica, legati al conflitto in essere tra Russia e Ucraina per altro supportati da uno stanziamento di novanta miliardi di dollari, sembrano non patire alcuna crisi.

In controtendenza

Ma secondo Olga Skorobatova, vicegovernatrice della Banca centrale russa le cose non starebbero proprio così male: “Abbiamo bruciato – ha detto – quasi cento miliardi di dollari per tenere in piedi la nostra economia”, anche se ad oggi il suo Paese sta pagando caro l’immissione di denaro pubblico sul mercato finalizzato a contenere i prezzi di beni di prima necessità in continuo aumento. Salito al 5% solo rispetto allo scorso mese di luglio il costo di generi di prima necessità come pane, carne e verdure. Una contrazione economica che trova una via di sbocco solo e soltanto nell’industria di gas e petrolio. Una delle cause è la chiusura delle fabbriche delle aziende occidentali, oltre che degli embarghi sui prodotti tecnologici causa la guerra in Ucraina.

La crisi economica

Anche il mercato automobilistico in Russia piange: Yandex, il servizio di taxi, causa la mancanza di auto provenienti dall’Occidente, ha dovuto far ricorso all’industria interna come Lada, qualitativamente al di sotto di quelle occidentali. Un crollo stimato dal governo pari al 90% nel comparto automotive. Ecco perché dovrebbero giungere dalla Bielorussia le auto necessarie per far fronte all’emergenza grazie anche all’intervento di Unison, che assembla parti delle macchine cinesi Zotye. Ruben Yenikolopov, il rettore della Scuola russa di economia ha spiegato che “la crisi dell’economia russa non è una caduta rapida ma una contrazione lenta e graduale che durerà per alcuni anni”. 

La similitudine

Singolare la similitudine apportata dall’esperto, per sottolineare il lento ma costante declino dell’economia russa: il “boa che stritola lentamente al posto di una vipera dal morso letale”. Il dato di fatto è che “il Pil non dovrebbe limitarsi a scendere di poco, ma dovrebbe crescere in maniera esponenziale, per compensare la più grande spesa pubblica possibile: la guerra”. Sempre scondo Yenikolopov “la luce russa non si è spenta subito perché l’Europa non ha ridotto e non sta riducendo così rapidamente l’acquisto delle nostre risorse energetiche”.

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