KIEV – Putin dà il via alla seconda fase, l’attacco al Donbass, zona di collegamento tra le provincie orientali e la penisola della Crimea. E lo fa con una fitta pioggia di bombardamenti riversata anche su l’intero Paese. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky non accenna a capitolare: “La battaglia del Donbass è cominciata – ha detto – non ci importa quante forze la Russia mette in campo, noi combatteremo. Ci difenderemo”.
Le precauzioni
Intanto proprio dal Dombass in queste ore si sta verificando una massiccia fuoriuscita di profughi proprio mentre imperversa la battaglia a Mariupol, con il governo che chiede supporto alla comunità internazionale per corridoi umanitari per gli oltre 100mila residenti bloccati a Mariupol. E Tokyo sono stati inviati a Kiev droni, tute e maschere per eventuali attacchi nucleari, biologici e chimici: lo riporta il ministero della Difesa nipponico su Twitter.
La Cina schierata
Da Pechino la decisione di non condannare l’invasione russa in Ucraina e di non partecipare alle sanzioni appare chiara: Xi Jinping ha inviato nell’Est dell’Ue il rappresentante speciale per l’Europa centrale e orientale Huo Yuzhen che si dirigerà in vari Paesi, come Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Ed è di queste ore la notizia dell’invio di un robusto carico di missili antiaereo alla Serbia che probabilmente verranno poi direzionati a Mosca per le ulteriori offensive militari. Una mossa su cui “l’’Europa crede di avere prove molto solide”.
Le perdite
Secondo fonti ucraine “la 126ma Brigata di difesa costiera russa della flotta del Mar Nero ha subito perdite pari al 75%,” specificando inoltre che “l’810ma Brigata marina separata della marina russa del Mar Nero ha perso 158 soldati per mano delle forze ucraine, con circa 500 altri feriti e 70 considerati dispersi”. Per cui i soldati russi uccisi in totale sarebbero oltre 20mila, anche se il Cremlino smentisce. “Gli sforzi principali del nemico – spiegano le forze ucraine – si concentrano sullo sfondare la difesa delle nostre truppe nelle regioni di Luhansk e Donetsk, oltre a stabilire il pieno controllo sulla città di Mariupol”.