KIEV – La guerra continua: oggi altri negoziati per trovare una soluzione. Secondo il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, si tratta di “un processo molto difficile e scivoloso. Ci sono contraddizioni fondamentali. Ma c’è sicuramente spazio per un compromesso”. Zelensky da parte sua sembra aver preso coscienza dell’impossibilità di procedere in una certa direzione accettando ormai il fatto che non potrà entrare nella Nato, ma avanza tuttavia garanzie per la propria sicurezza riservandosi il diritto di stringere patti con singoli Paesi: “Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci e dobbiamo riconoscerlo. L’Ucraina ha bisogno di garanzie di sicurezza a lungo termine” dunque, “se non possiamo entrare attraverso queste porte, dobbiamo cooperare con coloro che ci aiuteranno”.
Il malumore
Il presidente ucraino ha comunque espresso grossi dubbi sul sostegno che l’Unione europea voglia fornire al proprio Paese. E sul rifiuto ricevuto di istituire una no-fly zone sull’Ucraina ha dichiarato: “Alcuni Paesi dell’Alleanza sembrano ipnotizzati dalla Russia”
Le mediazioni
E in merito all’importanza rivestita dai mediatori internazionali in una trattativa estremamente complicata, Zelensky ha fatto cenno all’importante colloquio di lunedì con il primo ministro israeliano Naftali Bennett, che a sua volta si è interfacciato anche con lo stesso Putin. Così come l’intervento del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu giunto prima nella capitale russa e poi in quella Ucraina. Intanto ieri Kiev anche i premier di Polonia Mateusz Morawiecki, della Repubblica Ceca, Petr Fiala, e della Slovenia Janez Jansa per sottolineare “l’inequivocabile sostegno dell’intera Unione Europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina”. Così come Il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha voluto rimarcare come sia “necessario continuare a parlare con Putin”, mentre la Cina ha invitato alla “massima moderazione”.
La risposta di Putin a Zelensky
Non sembra convito Vladimir Putin di quanto chiesto da Zelensky e ha così chiuso ad una possibile soluzione al riguardo, riferendolo in una telefonata con il presidente del Consiglio dell’Unione europea, Charles Michel: “L’Ucraina non mostra di voler seriamente trovare soluzioni mutualmente accettabili”.