HONG KONG – ‘Alea iacta est’ direbbero i latini: il dato è tratto. Carrie Lam ritira la legge sull’estradizione e pone fine alle proteste. A riportare la notizia è il South China Morning Post e altri media cinesi.
L’annuncio
Anche se già in precedenza il disegno di legge era stato sospeso e dichiarato ufficialmente morto, ciò non è basto a fermare le ire dei dimostranti contro la legge sull’estradizione in quanto sarebbe potuto essere reintrodotto dopo pochi giorni. E così la governatrice Carrie Lam è dovuta tornare sui suoi passi.
Le proteste
Erano oltre tre mesi che a Hong Kong ogni fine settimana si verificavano proteste sempre più dure. E proprio l’esacerbarsi delle dimostrazioni tra attivisti e polizia che ha costretto la governatrice a ritirare formalmente il disegno di legge. Il ritiro della legge sull’estradizione è uno dei punti focali dei manifestanti pro-democrazia: gli scontri sempre più violenti con la polizia le minacce di metter in campo l’esercito e l’arresto di figure carismatiche della protesta hanno suscitato condanne anche a livello internazionali. Da giugno ad oggi si contano più di 1100 arresti.
Legge sull’estradizione
La legge sull’estradizione era stata presentata il 10 giugno scorso mentre per il 12 era attesa la seconda lettura. La discussione però fu subito rimandata causa le proteste. La legge avrebbe permesso la Cina di estradare i cittadini di Hong Kong sospetti e di processarli nei tribunali di Pechino. La filo-cinese Carrie Lam, ha sempre sostenuto che la legge si sarebbe resa necessaria per colmare un vuoto legislativo ed evitare che i criminali cercassero rifugio ad Hong Kong. Chiunque accusato di un crimine con una pena superiore ai sette anni di detenzione sarebbe potuto estradare in Cina dietro parere positivo del capo dell’esecutivo. L’estradizione sarebbe stata valida anche verso Taiwan e Macao.
La legge prese forma da un episodio eclatante: un ragazzo di Hong Kong fuggì dalla Cina verso Hong Kong dopo aver ucciso la fidanzata a Taiwan. Taipei richiese l’estradizione del ragazzo, mai soddisfatta.