HONG KONG – Nuova ondata di proteste del fine settimana, nel mirino una stazione di polizia con bottiglie molotov. Dall’interno i militari per difendersi hanno utilizzato lacrimogeni. Fino ad oggi sono migliaia i rivoltosi che hanno di nuovo invaso le strade, ignorando anche il divieto di raduno imposto dalle forze dell’ordine. Una situazione che non sembra trovare una soluzione, almeno a breve termine.
La recessione tecnica
E la Governatrice Carrie Lam lancia l’allarme per una evidente contrazione del Prodotto interno lordo (Pil) con una “forte riduzione dell’attività economica e capitali in uscita verso Singapore”. Definendo la situazione che imperversa Hon Kong come “recessione tecnica”. La situazione emerge dai dati ufficiali che comunque verranno comunicati il 31 ottobre prossimo in un video inviato dalla sua residenza al Consiglio Legislativo dopo che il suo discorso in diretta era stato interrotto dalle proteste dei membri dell’opposizione.
Gli strascichi
Dopo cinque mesi di turbolenze con weekend fatti di proteste e lotta per la democrazia iniziano a vedersi i primi contraccolpi all’economia.
Tra i settori più colpiti è il turismo che registra un preoccupante -40% nel mese di agosto del retail con le vendite in evidente calo. Oltre chiaramente all’immagine internazionale.
Borsa in rosso
Ieri la Borsa ha dato i segnali negativi dopo i dati sul Pil cinese e l’Hang Seng ha chiuso in ribasso dello 0,5%. Già dalla metà dello scorso mese di luglio l’Msci Hong Kong Index risulta in calo di oltre il 13%. Da unj report di Goldman Sachs si evince un notevole afflusso di depositi bancari verso Singapore, mentre – secondo i dati compilati da Eurekahedge – il settore degli hedge funds di Hong Kong “ha accusato il peggior deflusso di risorse dai tempi della recessione globale, con riscatti netti per circa un miliardo di dollari nel terzo trimestre”.