MILANO – Migliaia di manifestanti a Hong Kong hanno sfidato il divieto di manifestare in piazza. Spinti dalla rabbia dopo le violente aggressioni di questa settimana contro due attivisti democratici. I manifestanti hanno lanciato molotov in diverse stazioni metro mentre sono stati registrati diversi episodi di vandalismo. La polizia in una nota ha annunciato che porterà avanti operazioni di dispersione del corteo e arresti. “La polizia – si legge su Twitter – ha usato la forza minima necessaria, inclusi gas lacrimogeni per contrastare l’atto dei ribelli. Avvisiamo tutti coloro che si trovano nelle piazze di fermare subito le azioni illegali”.
Le autorità avevano vietato la manifestazione a Tsim Sha Tsui. Una zona densamente popolata conosciuta per i suoi negozi e hotel di lusso, per ragioni di sicurezza. Mercoledì scorso, Jimmy Sham, una delle figure principali in campo democratico, è stato ricoverato in ospedale dopo essere stato violentemente aggredito a martellate da ignoti. Sham è il principale portavoce del Civilian human rights front (Fchr). Un’organizzazione che promuove la non violenza ed è stata alla base delle proteste pacifiche degli ultimi mesi. Ieri sera un ragazzo di 19 anni che stava distribuendo volantini sulle manifestazioni è stato gravemente ferito da un aggressore che lo ha pugnalato al collo e all’addome. I video pubblicati sui social network hanno anche mostrato che l’aggressore, con in mano un coltello, dopo l’attacco ha urlato “Hong Kong fa parte della Cina” e “Avete devastato Hong Kong”.
(LaPresse)