OTTAWA (Lapresse) – La Cina ha protestato con forza contro l’arresto in Canada di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria di Huawei. Chiedendo la sua liberazione perché la cittadina cinese “non ha violato alcuna legge”. Lo ha fatto sapere una nota diffusa dall’ambasciata cinese in Canada. Precisando che Pechino ha chiesto al Canada di “correggere subito questo errore e restituire la libertà” alla manager.
Arrestata in Canada la direttrice finanziaria di Huawei
L’arresto è arrivato a seguito di una domanda d’estradizione degli Stati Uniti. Secondo i media, Washington sospetta che la manager abbia violato le sanzioni americane nei confronti dell’Iran.
Poche informazioni sulle accuse
“La compagnia – si legge in una nota del colosso cinese – ha ricevuto pochissime informazioni sulle accuse e non è a conoscenza di alcun illecito da parte di Meng”. E “ritiene che i sistemi legali canadese e statunitense arriveranno infine a una giusta conclusione”.
Inoltre, Huawei dichiara di “rispettare tutte le leggi e regole applicabili dove opera, tra cui le vigenti leggi sulle sanzioni e sul controllo delle esportazioni e le regole di Onu, Usa e Ue”. Il Wall Street Journal aveva riferito ad aprile scorso che le autorità avevano aperto un’indagine per presunte violazioni alle sanzioni iraniane da parte della compagnia cinese.
Gli effetti sulla Borsa di Tokyo
Chiusura pesante per la Borsa di Tokyo, in scia all’arresto in Canada della chief financial officer di Huawei, per la quale gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione. L’indice di riferimento della piazza nipponica, il Nikkei, termina gli scambi in netto calo dell’1,91% a 21.501,62 punti.