Huawei, Ren Zhengfei conferma l’impatto negativo delle misure Usa

Le misure messe in campo da Donald Trump hanno colpito duramente Huawei. Il colosso delle telecomunicazioni cinese ha infatti visto le vendite internazionali dei suoi telefoni calare in modo molto deciso e si prepara a tagliare la produzione nel biennio in corso.

MILANO – Le misure messe in campo da Donald Trump hanno colpito duramente Huawei. Il colosso delle telecomunicazioni cinese ha infatti visto le vendite internazionali dei suoi telefoni calare in modo molto deciso e si prepara a tagliare la produzione nel biennio in corso. “Sì, sono scese del 40%”. Lo ha confermato il fondatore della società, Ren Zhengfei. Ciò rispondendo a una domanda sulle vendite di smartphone nei mercati esteri postagli nel corso di una conferenza svoltasi nel quartiere generale di Shenzhen.

I dati

Una portavoce del gruppo ha quindi chiarito all’agenzia AFP che il calo riguarda i mesi di maggio e giugno, quelli cioè successivi alla decisione statunitense di inserire Huawei in una “lista nera” di aziende alle quali le società americane non possono vendere forniture tecnologiche senza un permesso speciale. Misura, questa, che al momento risulta sospesa per tre mesi, fino a metà agosto. Anche se nel frattempo la stessa amministrazione americana sta facendo pressione su altre nazioni affinché escludano le apparecchiature Huawei dalle loro reti. Questo in particolare nell’imminente sviluppo delle reti 5G. Il fondatore ha comunque voluto sottolineare come il passo delle vendite sul mercato cinese proceda “molto veloce”.

I problemi

Sempre in conferenza, Ren ha annunciato un calo della produzione del gruppo da 30 miliardi di dollari per quest’anno e il successivo. Ciò senza però precisare quali sarebbero le divisioni più colpite. La contrazione, pari a 26,7 miliardi di euro, rappresenterebbe circa un terzo della produzione di Huawei, se la si confronta con le vendite realizzate nel 2018, pari a 95,3 miliardi. “Nel 2021, ritroveremo la nostra vitalità e continueremo a fornire servizi alla società umana”. Così ha assicurato infine l’imprenditore di Guizhou, la cui azienda si trova al centro della più ampia contesa commerciale tra Cina e Stati Uniti. Contesa caratterizzata da dazi imposti da entrambe le parti su prodotti per miliardi di dollari di valore.

Il rischio

Su questo fronte, prendono il via con l’inizio della settimana le audizioni organizzate dal governo statunitense in vista di una nuova possibile ondata di aumenti tariffari che, se entrasse in vigore, porterebbe tutti gli oltre 500 miliardi di dollari di beni acquistati dagli Stati Uniti in Cina a essere tassati. Nei sette giorni riservati alle audizioni, a far sentire la propria voce potranno essere anche le aziende a stelle e strisce, che hanno già dato segni di inquietidine in questo senso. In una lettera consegnata al presidente Donald Trump la scorsa settimana, centinaia di società americane – compresi i giganti della distribuzione Target e Walmart – hanno avvertito che le nuove misure potrebbero portare alla perdita di due milioni di posizioni lavorative. Inoltre ridurre la crescita del Pil di un punto percentuale.

LaPresse

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