I 5 Stelle fanno affari sull’acqua: è il business più grande d’Europa

Addio alla madre delle battaglie del Movimento. E Fico, Di Maio e Di Battista tacciono. Appello al presidente Mattarella per bloccare il Dl Crescita

Quando Roberto Fico difendeva l’acqua pubblica

NAPOLI – Da oggi in poi chiamatelo Movimento 4 Stelle. Sì, perché i grillini hanno scelto di gettare alle ortiche la prima stella, la più lucente forse, quella delle battaglie per l’acqua pubblica. Nel cosiddetto Decreto crescita, all’articolo 24, il governo liquida l’Eipli, l’ente per lo Sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, e prevede la privatizzazione delle fonti che passano ad una società per azioni. Per la Rete a difesa delle fonti d’acqua del Mezzogiorno è una “gigantesca privatizzazione”. Per fermare l’operazione del partito di Luigi Di Maio e di Roberto Fico, quello che si è sempre intestato la vittoria al referendum del 2011, la Rete si appella alle istituzioni, tramite un documento ed una raccolta di adesioni di personalità, movimenti, associazioni e comitati. “La Rete a difesa delle fonti d’acqua si appella al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al presidente della Camera Roberto Fico chiedendo di fermare la gigantesca privatizzazione dell’acqua d’Europa, prevista dal Decreto crescita, che viola il referendum 2011 per l’acqua pubblica”. Un appello disperato, una denuncia senza precedenti.

L’appello di Montalto

Maurizio Montalto

“Il governo ha già consentito alle multinazionali francesi di mettere le mani su una parte delle fonti del Mezzogiorno – afferma Maurizio Montalto, portavoce nazionale della Rete a difesa delle fonti d’acqua del Mezzogiorno – e le tariffe sono aumentate in maniera spropositata, gli investimenti non ci sono stati e le reti sono un colabrodo”. La questione oltre che seria è urgente. “Gli appalti per la ristrutturazione dei grandi impianti interregionali del Centro-Sud valgono miliardi – prosegue Montalto –. La privatizzazione espone maggiormente agli appetiti della criminalità, che sta già sporcando il settore dell’acqua”. E poi l’affondo finale: “Le fonti d’acqua di un’area vasta vanno gestite dal governo, non da una Spa – conclude Montalto –, è una questione di sicurezza nazionale”. Dura poi la replica di Montalto ad Andrea Guerrini, dei 5 Stelle, consigliere dell’Arera (l’autorità di regolazione energia, rifiuti e acqua), che aveva sottolineato la necessità di una Spa per gestire l’acqua pubblica: “Le motivazioni vengono fuori dal manuale delle lobby. E non si comprende il nesso di causalità tra la necessità di fare grandi investimenti (in tariffa a carico di popolazioni impoverite) e la privatizzazione; non spiega perché l’Ente pubblico che ha costruito invasi, dighe, adduttori e traverse, non saprebbe ripararli”.

Le mani dei potenti sull’acqua

Francesco Gaetano Caltagirone

La vicenda spinge a riflessioni diverse ma collegate, parallele. La messa in discussione del Referendum del 2011, che decretò l’acqua bene pubblico. La guerra ormai messa in soffitta ai poteri forti, quella alle multinazionali tipo all’Acea di Francesco Gaetano Caltagirone, l’editore del Mattino. Ma soprattutto una questione squisitamente politica in capo al Movimento 5 Stelle, l’ennesima. L’identità dei pentastellati affonda le proprie radici, le proprie fondamenta in diverse battaglie. La prima è quella per l’acqua pubblica. Fico, ma pure Alessandro Di Battista e Di Maio nascono politicamente grazie a queste battaglie. E se siamo di fronte ad una delle più grosse privatizzazioni d’Europa, siamo anche di fronte ad uno dei più grossi tradimenti politici della storia recente del nostro Paese. Ma tant’è. All’appello della Rete hanno aderito decine di soggetti: Pax Christi, associazione Peppino Impastato, casa memoria Felicia e Peppino Impastato onlus, agende rosse Campania, Libera: nomi e numeri contro le mafie (Campania), Tavola per la pace, fondazione Univerde, istituto Ispa, No eolico selvaggio (Bisaccia) coordimento nazionale No triv, No Tap (Brindisi), Stop biocidio, mobilitazione Acqua Gran Sasso, associazione Radio aut per l’antimafia sociale, Napoli citta’ di pace, Federconsumatori Campania, Medicina democratica Livorno e Val di Cecina, V.a.s. verdi ambiente e società (Napoli), rete campana per la Civiltà del sole e della biodiversità, Amd-associazione per il meridionalismo democratico, associazione Greenfeel, associazione Sud, Charta di Melfi, Autonomia meridionale ai movimenti politici meridionalisti, Cmi-confederazione movimenti identitari, Meridionalisti democratici. Tra i primi firmatari a titolo personale: Paolo Maddalena (vice presidente emerito della Corte costituzionale), Giovanni Impastato, Alfonso Pecoraro Scanio, Rosario Trefiletti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome