I clochard tornano alle Torri Aragonesi con materassi e rifiuti dopo il restyling

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Fossati alle Torre Aragonesi

NAPOLI – Sono stati consegnati i lavori e dismesso il cantiere dopo la riqualificazione delle Torri Aragonesi in via Nuova Marina. I fossati che circondano i resti dell’antico Castello del Carmine erano stati trasformati in vere e proprie discariche a cielo aperto e colonizzati dai topi. Grazie al restyling ora sono stati sigillati. Ma sono stati colmati con l’asfalto. Un intervento motivato da ragioni di igiene e sicurezza, che però “di fatto cancella una parte significativa della storia urbana di Napoli. È sicuramente una sconfitta per la società civile e per la memoria storica della città”, per dirla con Alfredo Di Domenico, tra i primi ad aver denunciato la condizione di abbandono che per anni ha caratterizzato l’intera area delle Torri Aragonesi.

“Purtroppo – aggiunge – a distanza di poche ore dalla consegna dei lavori, si notano già i primi segnali di nuovi insediamenti di disperati sociali: materassi, tende e cartoni accatastati ai piedi delle torri. In assenza di un reale controllo del territorio temo che, ancora una volta, assisteremo a scene già viste e riviste di incuria territoriale, sanitaria e sociale”.

La bonifica e la successiva colmatura del fossato erano state presentate come la soluzione definitiva per mettere fine a un problema decennale di rifiuti e infestazioni. Tuttavia, la mancanza di un piano di vigilanza e di valorizzazione dell’area rischia di vanificare in breve tempo l’intervento. E, come se non bastasse, rima- ne nel suo atavico abbandono anche la storica Fontana della Marinella, situata a pochi metri dalle torri: un monumento secolare ridotto a ricettacolo di rifiuti, siringhe e resti di bivacchi.

“Un complesso monumentale nel cuore di Napoli, meta quotidiana di turisti che, dopo aver scattato le foto di rito, scappano via subito davanti allo stato di degrado che circonda le Torri e la Fontana – immagini che poi faranno inevitabilmente il giro del mondo, restituendo l’ennesimo volto ferito della città. Il fossato delle Torri Aragonesi, dunque, non esiste più: al suo posto, una distesa di asfalto rossa che segna la fine – simbolica e materiale – di un frammento di storia della Napoli aragonese”.

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