ARZANO – La polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di cinque soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni – consumate e tentate – in danno di piccoli imprenditori e commercianti del territorio di Arzano, ricettazione di somme di denaro. Questi i destinatari dell’ordinanza: Salvatore Bussola, Antonio Lentino, Antonio Buono, Carlo Alborino e Raffaele Caiazza. Le indagini hanno avuto inizio dalla denuncia sporta da un imprenditore che aveva ricevuto una richiesta estorsiva presso un cantiere edile in Arzano e si sono sviluppate mediante attività di intercettazione telefonica ed ambientale. Nel periodo di tempo oggetto delle attività investigative è stata documentata la forte pressione estorsiva realizzata sul territorio da parte del clan della 167 di Arzano.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e condotte dagli agenti della Squadra Investigativa e operativa del commissariato di Frattamaggiore, hanno consentito infatti di accertare che gli indagati, due dei quali gravemente indiziati di essere partecipi del clan della 167 di Arzano, erano costantemente impegnati nella raccolta delle estorsioni ai danni di commercianti e piccoli imprenditori del territorio e in particolare nella riscossione della rata estorsiva imposta in occasione delle festività pasquali. I commercianti e i piccoli imprenditori erano infatti costretti, secondo i classici schemi delle organizzazioni criminali di stampo camorristico, al versamento di somme di denaro a titolo estorsivo con cadenza periodica, e in particolare a Natale, Pasqua e Ferragosto. Agli indagati non era necessario spendere troppe parole per ottenere il versamento del denaro in quanto alla loro vista i commercianti, già consapevoli della necessità di pagare il rateo estorsivo, consegnavano la somma di denaro o fissavano un appuntamento per il pagamento. In alcuni casi i commercianti replicavano di aver concordato in precedenza con il clan il pagamento di sole due rate estorsive – a Natale e a Ferragosto –, ma gli indagati replicavano che le rate da pagare erano tre e pretendevano il pagamento della rata di Pasqua. Gli indagati sono stati immortalati numerose volte all’atto di ricevere le banconote dalle vittime delle estorsioni. E’ stata inoltre ricostruita una vicenda estorsiva ai danni di un imprenditore impegnato nei lavori di realizzazione di cellette e loculi presso il cimitero consortile dei comuni di Casoria, Arzano e Casavatore.
Le intercettazioni hanno consentito inoltre di ricostruire le fasi della spartizione del denaro provento delle attività estorsive e l’affidamento in custodia del denaro – al fine di evitare il sequestro da parte delle forze dell’ordine – ad un soggetto, al quale è stato contestato il delitto di ricettazione aggravata dalla finalità di agevolazione del clan camorristico. Sos Impresa Rete per la legalità desidera esprimere “il proprio plauso e la propria gratitudine” alle forze dell’ordine e alla Dda di Napoli, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, “per il tempestivo intervento che ha garantito la sicurezza del territorio e la protezione degli imprenditori onesti”.
“La collaborazione degli imprenditori che denunciano le richieste estorsive è fondamentale e rappresenta un passo cruciale nella lotta contro la criminalità organizzata. Ogni denuncia aiuta non solo a garantire giustizia per i delinquenti e i camorristi, ma contribuisce anche a liberare il territorio da soggetti parassiti e violenti che minacciano la serenità e lo sviluppo economico della comunità”, sottolinea Sos Impresa, invitando “tutti gli imprenditori a non rimanere in silenzio e a denunciare qualsiasi forma di estorsione. Solo attraverso la collaborazione e il coraggio possiamo costruire un futuro libero dalla paura e dall’oppressione”.