I nuovi babyras sfidano i boss: rischio faida a Napoli

Gli investigatori: tensione dopo la decisione dei rampolli di muovere guerra al Cavone. La lite scoppiata dopo un cavallo di ritorno riuscito male

NAPOLI – Quartieri Spagnoli a un passo dall’implosione. Gli investigatori temono l’escalation e raccolgono informazioni, per giocare di anticipo e prevedere le mosse dei clan. Soffiano venti di guerra tra Montecalvario e il Cavone. Non solo. I vicoli assistono a un duro scontro tra i nuovi babyboss e i vecchi ras di camorra (che sanno come vanno a finire certe cose). Avrebbero improvvisato summit in strada, per andare incontro ai più giovani.

Niente. Sono spuntate pistole e pallottole. Al momento la situazione è in stallo, che nel gergo criminale significa: ormai la diplomazia è stata messa da parte. Anche se non è detta l’ultima parola. Andiamo con ordine. Ecco gli scenari oggi nel centro storico. Ras in erba (ma armati fino ai denti) si sono imposti e hanno cercato di scalzare e allontanare i vecchi boss. Come? Si presentano come i referenti a Montecalvario e quando è scoppiato il ‘bubbone’ con il Cavone, sono stati loro a prendere le redini della trattativa (in verità dello scontro). In pratica hanno sostituito i vecchi sodalizi, che non hanno mosso un passo, perché non vogliono dissotterrare l’ascia di guerra.

Oggi meno che mai. Ma è proprio questo il pomo della discordia. E si sa come andò a finire: ci fu la guerra di Troia. E’ quello che vogliono evitare le forze dell’ordine ai Quartieri Spagnoli. Qui le cosche storiche avrebbero fatto ‘cartello’ per fronteggiare l’avanzata spocchiosa degli emergenti. La questione è semplice: i babyras hanno litigato con i clan del Cavone dopo un cavallo di ritorno fallito. E i boss di Montecalvario si sono opposti alla faida: non vogliono casini nei vicoli. Attirerebbero i riflettori della Procura e degli investigatori. Significa nuove indagini, con il rischio di blitz e arresti. Una debacle per le organizzazioni criminali. Ma ai ‘rampolli’ interessa poco. Non hanno quasi nulla da perdere. E devono farsi notare, per avanzare sullo scacchiere. Le informative delle forze dell’ordine tracciano scenari imprevedibili.

Negli ultimi giorni i boss vecchi e nuovi si sono incontrati in strada per risolvere ‘pacificamente’ la questione e probabilmente per mettersi d’accordo e spartirsi i Quartieri. Ma le discussioni scivolate sul binario del ‘chi sono io e chi sei tu’. Insomma finite male. E secondo testimoni si sono pure sparati in strada (anche se gli agenti non hanno trovato bossoli). La questione è in un certo senso fuori controllo, perché coinvolge tutte (o quasi) le cosche di Montecalvario. La diaspora è cominciata con una lite con le ‘paranze’ del Cavone dopo un cavallo di ritorno.

Una decina di giorni fa, o poco più. Il confronto è degenerato subito e ha coinvolto le famiglie malavitose locali, rischiando una escalation inarrestabile. Ma i ras hanno evitato il peggio, sedendosi al tavolo della trattativa. E in quattro giorni avrebbero trovato un accordo (per ora i dettagli sono sconosciuti). Una intesa che non mette pace, perché i babyboss scalpitano: vorrebbero regolare la faccenda a modo loro. Mentre i ‘big’ frenano. Di certo gli investigatori non registrano scintille da una settimana a questa parte. Vuol dire che la stretta di mano ha funzionato. Almeno sulla carta, la questione sembra rientrata. Ma restano in allerta, perché qui non si può mai dire l’ultima parola.

Al Cavone la tensione era salita alle stelle già due mesi prima: un commando in moto aveva sparato contro i portoni e i negozi in via Santa Monica, seminando il panico. In una stradina tra via Correra e via Tommasi. Ma aveva fatto fuoco anche contro un’auto in sosta. Dentro non c’era nessuno. La polizia aveva effettuato un controllo negli ospedali: nessun ferito da arma da fuoco. Era stata una rappresaglia, un avvertimento. E questo è il primo segnale: le cosche potrebbero essere arrivate ai ferri corti già settimane prima. Accade spesso che focolai spenti, si riaccendano anche dopo mesi. A volte basta incrociarsi in strada.

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