CASAL DI PRINCIPE – Il clan Bidognetti in affari con la criminalità calabrese. Business che i carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa sono riusciti a tracciare mentre erano impegnati, nel 2021, a svelare la struttura della cosca che Gianluca Bidognetti, figlio dell’ergastolano Cicciotto ‘e Mezzanotte, avrebbe guidato dal carcere (quando era recluso nel reparto di alta sicurezza a Terni). Come ci sarebbe riuscito? Attraverso telefonate non autorizzate e sfruttando i colloqui con i suoi familiari.
Monitorando il cellulare di Antonio Lanza, ritenuto dagli inquirenti capozona nell’area di Lusciano, i militari hanno appreso che frequentava assiduamente Nicola Garofalo, alias Lino Badoglio, luogotenente del clan su Frignano e dintorni. I due, tra il 2021 e il 2022, si sarebbero resi protagonisti di una frenetica attività criminale, con la complicità di altri sodali, tesa a recuperare il maggior quantitativo possibile di denaro per riempire le casse della cosca. Gli investigatori hanno accertato anche che Lanza era in costante contatto con Nicola Giannini, 56enne di Orta di Atella. Ed è proprio con lui che si è recato in Calabria, nella primavera di due anni fa, per prendere contatti con esponenti della criminalità calabrese.
A sostegno di questa ricostruzione, fatta dai carabinieri di Aversa, ci sono varie intercettazioni telefoniche. In una di queste, mentre erano in Calabria, emerge anche una spasmodica ricerca di Rolex. In realtà, la caccia agli orologi di lusso era un extra. Se avevano attivato contatti con presunti ‘ndranghetisti era per la droga. Ed infatti, i militari hanno registrato alcune chiacchierate nel corso delle quali facevano riferimento a del materiale dicendo che era “cosa buona”, termini con cui, dicono gli investigatori, si riferivano alla sostanza stupefacente.
È probabile, ritengono i militari dell’Arma, che Lanza fosse andato in Calabria in qualità di intermediario del clan Bidognetti per procedere all’acquisto di un grosso carico di stupefacenti dagli ‘ndranghetisti. Lo spaccato sulle presunte relazioni tra i calabresi e i Bidognetti sicuramente sarà approfondito dalla Dda. E potrà farlo anche grazie alle recenti nuove collaborazioni di spicco con la giustizia di ormai ex esponenti di vertice della cosca casalese. Ma in attesa che si faccia luce su questo fronte, l’indagine condotta finora (ormai alle battute finali), tesa a fermare le attività illecite del gruppo di Cicciotto ‘e Mezzanotte e quello degli Schiavone, è stata comunque sufficiente a portare in cella Lanza, Garofalo e altri 35 indagati (tra loro non figura Giannini, da ritenere, come del resto tutti gli altri indagati, innocente fino a una eventuale sentenza di condanna irrevocabile).