NAPOLI – I ras del clan Caiazzo–Cimmino contro il boss Luigi Cimmino al punto da sospendere alla sua famiglia le ‘mesate’. Questo perché il capoclan, secondo quanto scoperto dal reggente Andrea Basile e dai suoi più stretti collaboratori tra cui Giovanni Caruson, avrebbe tenuto per sé i proventi di una maxi-estorsione e li aveva utilizzati per andare in vacanza a Ischia.
I fatti riguardano una delle cosiddette estorsioni “di sistema”, perché di rilevantissima entità posta in essere dal capoclan Luigi Cimmino in concorso con altri affiliati tra cui Andrea Basile e Giovanni Caruson (per la sola parte preparatoria), Alessandro Desio (dalle fasi preparatorie sino alla richiesta estorsiva) e il figlio di Luigi Cimmino, Franco Diego Cimmino (per la sola parte riscossoria). L’importo dell’estorsione è di 400mila euro e sarebbe stata consumata ai danni di un’associazione temporanea di impresa aggiudicataria dell’appalto di manutenzione straordinaria e adeguamento funzionale-tecnologico di 6 padiglioni dell’Aorn “Cardarelli” dal valore complessivo di 47 milioni di euro.
Le attività di indagine delle forze dell’ordine e le intercettazioni consentirono di apprendere che Basile e Caruson, nel mese di settembre 2017, vennero a conoscenza che Luigi Cimmino, al tempo detenuto, aveva incassato una quota estorsiva di 400mila euro. Desio spiega a Caruson: “Mi sono fatto una mezza appiccicata con il figlio di Gigino (Cimmino, ndr), quella latrina. Lui dice che non si è preso niente, che non è andato da nessuna parte. Ma i soldi già se li sono presi. Ha detto che il padre si sta facendo la galera per il Vomero e gli ho risposto che pure noi ci siamo fatti la galera per il Vomero e che il padre non si deve rubare niente di nessuno. Pure io non andato a fare il reato là e pretendo i soldi miei”. Le ‘rate’ erano di 12mila euro e così Basile spiega la situazione a Caruson: “Gli ultimi 12mila euro quello (Franco Diego Cimmino, ndr) se li è andati a prendere il 3 agosto. E’ andato a Ischia con i soldi nostri”. In effetti gli inquirenti hanno scoperto che il figlio del boss prenotò una vacanza in una nota struttura alberghiera dell’isola per il periodo dal 13 al 27 agosto 2017 pagando 12mila euro per tre camere.
Dopo aver scoperto il ‘furto’ Basile sospese le ‘mesate’ a tutti i familiari del boss. “Solo Luigi Cimmino – ha aggiunto Caruson – sta avendo la ‘mesata’ ma se fosse per me la sospenderei anche a lui”. Quindi Caruson spiega a uno degli indagati i rapporti tra i boss Luigi Cimmino e Antonio Caiazzo: “Caiazzo e Cimmino sono rivali? Prima erano due compagni per la vita poi Cimmino ha voluto mettere le cose in modo irreparabile e pure Caiazzo ha fatto i suoi errori ma quando si vedranno si apparano loro. Si apparano sempre”. E poi discutono sulla reazione di Cimmino alla sospensione delle ‘mesate’ decisa da Basile: “Dal carcere non può fare niente ma quando esce comunque non lo va ad uccidere. Lui non spara neanche un track. Cimmino ti può venire vicino, ti stroppea, ti minaccia con 10 persone armate. Ma non ti spara”.
Cimmino anche in precedenza era inviso ai membri più anziani e importanti della cosca. Basile spiega a un affiliato: “Io ormai sono vecchio e non ho mai avuto la pretesa di fare il boss”. E poi spiega che “sopra al Vomero chi era il boss? Un po’ Alfano, era Tonino (Caiazzo, ndr). Nel momento in cui ci siamo rotti con Alfano, che abbiamo fatto la guerra ad Alfano, lui (Cimmino, ndr) stava in galera. Noi abbiamo fatto la guerra con Alfano. Tonino (Caiazzo, ndr) ha preso in mano le redini della situazione, andava con il giubbino antiproiettile agli appuntamenti perché lo potevano pure uccidere. Le redini in mano del Vomero le ha prese Tonino”. Quindi Basile fa emergere come Cimmino, ai suoi occhi, sia un pavido, evidenziando la scarsa stima per il boss: “Lui (Cimmino, ndr) non sarebbe mai andato. Per venire ad un appuntamento a Miano me lo sono portato io con la mano. Quello era l’unico appuntamento scabroso che ha fatto in vita sua, me lo sono portato io con la mano a Miano. Ma quale storia tiene sopra al Vomero? La storia se l’è fatta solo per le carcerazioni per stupidaggini. Tonino (Caiazzo, ndr) ha fatto i morti con noi. Lui (Cimmino, ndr) con chi li hai fatti? Che hai chiamato a quelli di Casale per un omicidio (Ruffano-Consiglio, ndr) e ora quelli si stanno facendo l’ergastolo al posto suo e non gli ha mandato neanche 500 euro al mese. In mezzo alla strada si vince con i titoli e i titoli li tiene Tonino, lui non aveva nessun titolo per fare il boss al Vomero”.
E all’interlocutore che gli fa notare come Cimmino, quando venne arrestato, disse che avrebbe comandato Basile, quest’ultimo risponde che era stato proprio lui a “creare introiti economici (estorsioni, ndr)” sconosciuti allo stesso Cimmino che, quindi, non avrebbe mai potuto fare a meno di Basile: “Sopra al fatto economico aveva bisogno per forza di me perché io lo avevo creato, quindi lui (Cimmino, ndr) non sapeva cosa avevo creato ed aveva bisogno di me”.