ROMA – La situazione economica nel Paese si sta “incancrenendo” e serve subito un piano d’azione. Dopo settimane di tavoli interlocutori sulla previdenza, i sindacati alzano il tiro, chiedendo di vedere subito il governo “per riformare davvero l’Italia”. I segretari generali Maurizio Landini(Cgil), Annamaria Furlan(Cisl) e Carmelo Barbagallo(Uil) si riuniscono per una lunga riunione. E, dopo quasi 5 ore, annunciano di aver inviato a Giuseppe Conte una lettera per “fissare in tempi rapidi un incontro”. L’oggetto della missiva è l”Istituzione di una cabina di regia per la gestione delle crisi industriali e di settore’. Ma ovviamente sul tavolo ci sono anche imprese, riforma del fisco, pensioni e infrastrutture. Sul salario minimo, intanto, sembrano arrivare segnali positivi dalla maggioranza.
I tavoli di crisi
Le parti sociali mettono nero su bianco “la preoccupazione per i numerosi tavoli di crisi aziendali e settoriali aperti da tanto tempo”, per i segnali di rallentamento dell’economia di guerre commerciali in Europa e nel Mondo”. L’obiettivo è quello di cercare soluzioni per difendere e creare posti di lavoro, “capaci di ricostruire quel clima di fiducia indispensabile per far crescere il nostro Paese, attraverso necessarie riforme ed aperture di cantieri”.
La riforma del fisco
“Sulla riforma del fisco non abbiamo più avuto interlocuzioni, per noi marzo é fondamentale per capire dal governo quali risposte e risorse intende portare avanti su previdenza e fisco”, ringhia Furlan. Mentre Landini chiede con forza la Cabina di regia “per confrontarsi con i sindacati e coordinare i vari Ministeri”, puntando a definire insieme con Palazzo Chigi il Def entro aprile. Una vera e propria corsa contro il tempo, tra dissidi nella maggioranza e risorse ancora da definire da parte del Mef.
Le richieste dei sindacati
Da parte dei sindacati il leit-motiv è sempre lo stesso. Finora il governo ci ha ascoltato, ma non ha mai fatto proposte concrete su nessun tema. Al momento scena muta sulle pensioni (mercoledì è in programma il quarto e ultimo round sulla previdenza complementare) e silenzio sulla riforma del fisco. Dopo aver salutato con grande gioia il taglio del cuneo fiscale. Le modifiche allo sbloccacantieri sono rimaste sono un annuncio, mentre vertenze da migliaia di posti di lavoro come Ilva e Alitalia ormai bypassano i sindacati e vengono regolate solo ai piani alti del’esecutivo giallo-rosso. Insomma, è il ragionamento, il modus operandi deve cambiare, perchè con gli indicatori economici così in ribasso servirebbe “una visione d’insieme e un reale coordinamento dei soggetti coinvolti” da far confluire in una nuova politica industriale.
La reazione del governo
In attesa della reazione del governo i sindacati annunciano la manifestazione del 1 maggio a Padova. Le motivazioni dipenderanno dall’esito del confronto con il governo, al momento tendente sicuramente verso il freddo. In serata però la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, reduce da un tavolo di maggioranza su pensioni e ammortizzatori sociali, annuncia: “Il tavolo è stato proficuo, sul salario minimo siamo vicini ad un accordo”. Un segnale di fumo verso le parti sociali? Saranno i prossimi mesi e, soprattutto, i provvedimenti concreti a dirlo.
(LaPresse/di Alessandro Banfo)