Il contrabbasso, è uno degli strumenti più antichi e versatili della famiglia degli archi, le sue origini risalgono al XVI secolo, quando veniva utilizzato principalmente nella musica classica e barocca. Con il passare dei secoli, il contrabbasso ha trovato il suo posto in vari generi musicali, tra cui il jazz, il blues e la musica orchestrale.
Nel XX secolo, il contrabbasso è diventato un elemento fondamentale nel jazz, dove nel corso dei decenni si è sviluppato sia tecnicamente, che stilisticamente, anche grazie a musicisti di grande valore, che hanno espresso su questo difficile strumento la loro arte.
Tra le figure fondamentali non possiamo non ricordare: Jimmy Blanton, uno dei primi contrabbassisti a portare il contrabbasso in primo piano nel jazz, suonando con l’orchestra di Duke Ellington negli anni ’30 e ’40.
Oscar Pettiford, un pioniere del bebop che ha suonato con artisti come Dizzy Gillespie e Charlie Parker negli anni ’40 e ’50. Charles Mingus un contrabbassista, compositore e bandleader influente, noto per il suo stile innovativo e le sue composizioni complesse.
Ray Brown, membro chiave del trio di Oscar Peterson, accompagnatore e marito di Ella Fitzgerald, uno dei contrabbassisti più rispettati del jazz.
Paul Chambers, un contrabbassista fondamentale nel jazz moderno, noto per il suo lavoro con Miles Davis e John Coltrane negli anni ’50 e ’60.
Il basso elettrico dal conto suo, è un’invenzione relativamente recente, sviluppata negli anni ’50, è stato progettato per essere più portatile e amplificabile rispetto al contrabbasso, rendendolo ideale per le band rock e pop. Inventato da Leo Fender nel 1951 con il modello Fender Precision Bass, negli anni ’60 e ’70, è diventato uno strumento iconico grazie a musicisti come Paul McCartney, John Entwistle e James Jamerson.
Negli anni ’60 e ’70, il basso elettrico è diventato uno strumento fortemente usato anche nel jazz, grazie agli esempi e ai risultati artistici di musicisti come Scott LaFaro, conosciuto per il suo lavoro con il Bill Evans Trio, che ha rivoluzionato il ruolo del contrabbasso nel jazz con il suo approccio melodico e innovativo.
Ron Carter, uno dei contrabbassisti più registrati nella storia del jazz, è noto per il suo lavoro con il Miles Davis Quintet e per la sua carriera solista. Dave Holland, un bassista versatile che ha suonato con artisti come Miles Davis e Chick Corea, è noto per il suo lavoro nel jazz fusion e nella musica d’avanguardia.
Stanley Clarke, un pioniere del basso elettrico nel jazz fusion, è noto per il suo lavoro con i Return to Forever e per la sua carriera solista, e Christian McBride, un bassista contemporaneo che ha suonato con artisti come Pat Metheny, Herbie Hancock e Chick Corea, noto per la sua tecnica impeccabile e il suo stile versatile.
Lungi da noi tentare in questo breve articolo, una storia del basso e del contrabbasso, questi appunti servono giusto per introdurre la figura di Jaco Pastorius, un musicista formidabile, che ha segnato un vero e proprio punto di non ritorno, circa il ruolo e l’uso di questo strumento nel jazz e non solo.
Pastorius è considerato uno dei più grandi bassisti di tutti i tempi, nato il 1° dicembre 1951, ha rivoluzionato il modo di suonare il basso elettrico con la sua tecnica innovativa e il suo stile unico.
Ha iniziato la sua carriera musicale negli anni ’70, diventando famoso come membro dei Weather Report e per i suoi album solisti.
Noto per l’uso del basso fretless, che gli permetteva di ottenere un suono più fluido e melodico, per la sua tecnica di “fingerstyle” e l’uso innovativo degli armonici, ha influenzato generazioni di bassisti.
Nonostante la sua carriera sia stata tragicamente breve, Pastorius ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della musica, brani come “Portrait of Tracy” e “Birdland” sono diventati classici del repertorio jazz e fusion.
La sua vita tragica e avventurosa è piena di aneddoti, la leggenda narra che abbia rimosso i tasti dal suo basso con un coltello da burro e abbia riempito le scanalature con resina epossidica, permettendogli di ottenere un suono più fluido e melodico, che è diventato il suo marchio di fabbrica.
Il soprannome “Jaco” è nato per caso, quando un amico spagnolo gli scrisse una lettera in cui sbagliò a scrivere il suo nome, “John”, trasformandolo in “Jaco”, e a Jaco piacque così tanto che decise di adottarlo come nome d’arte.
Durante un concerto con i Weather Report, Jaco si esibì in un assolo di basso così impressionante che il pubblico rimase in silenzio per alcuni secondi prima di esplodere in un’ovazione, un episodio che è diventato leggendario tra i fan del jazz.
Nonostante il suo talento straordinario, Jaco ha avuto una vita personale tumultuosa, e negli ultimi anni ha lottato con problemi di droga e salute mentale, trovandosi spesso senza un tetto sopra la testa, un periodo difficile che ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera.
Jaco ha collaborato con molti artisti famosi, tra cui Joni Mitchell; la loro collaborazione è iniziata quando Joni lo vide suonare in un club e rimase così colpita dal suo talento che lo invitò a suonare nel suo album “Hejira”, producendo alcuni dei brani più memorabili della carriera di entrambi.
Jaco Pastorius ha collaborato con molti artisti di spicco e ha prodotto alcuni album fondamentali nella storia del jazz. Tra le sue collaborazioni più importanti ci sono quelle con i Weather Report, con cui ha registrato album come “Black Market” del 1976, e quella con Charles Mingus del 1979.
Come solista, i suoi album più noti includono “Jaco Pastorius” – 1976 – , “Word of Mouth” – 1981 – e “Invitation” del 1983. Questi lavori hanno consolidato la sua reputazione come uno dei bassisti più innovativi e influenti di tutti i tempi.
Purtroppo, la vita di Jaco Pastorius si concluse tragicamente, il 12 settembre 1987; quella notte Jaco tentò di entrare in un club chiamato Midnight Bottle Club a Wilton Manors, in Florida, ma gli fu negato l’ingresso. In seguito, ebbe un alterco con il buttafuori del club, tale Luc Havan, che lo colpì violentemente. Jaco riportò gravi ferite alla testa e cadde in coma. Morì il 21 settembre 1987 a seguito delle ferite riportate.
Noi preferiamo ricordarlo mentre stupiva il pubblico, amoreggiava con il suo basso, e incantava il mondo del jazz con assoli straordinari, e con giri di basso mai sentiti prima.