Il bacio di Emanuele Libero Schiavone rifiutato dal padre (ex) capoclan

Emanuele Libero, Francesco "Sandokan" e Ivanhoe Schiavone
Emanuele Libero, Francesco "Sandokan" e Ivanhoe Schiavone

CASAL DI PRINCIPE – “Ma papà, facendo questo, dopo 25 anni e 8 mesi, fa ridere tutto il mondo”: sono le parole, miste a incredulità e rabbia, pronunciate da Emanuele Libero Schiavone il 14 marzo scorso, poco dopo aver appreso la notizia che il genitore, Francesco Sandokan, il fondatore del clan dei Casalesi, l’uomo in grado di spodestare dal trono mafioso Antonio Bardellino, aveva infranto il patto di omertà e iniziato a parlare con i magistrati. Parole che il 33enne ha rivolto a Giuseppina Nappa, in video-chiamata, quando ancora si trovava nella prigione di Siracusa.

“Mamma, ci sono 50 percorsi alternativi – per Emanuele Libero la decisione del padre era inaccettabile -. Ti puoi dissociare, ti possono togliere il vetro. Invece se tu fai una cosa del genere, lasci Ivanhoe e me a Casale. Una volta che tu ti penti, non abbiamo più nessuno. O ci uccidono o ci mettiamo in carcere. Perché o ci uccidono oppure ci dobbiamo difendere”. E continuando il dialogo con la mamma, il rampollo si lascia andare ad una riflessione sul peso di quello che sarebbe accaduto nel clan alla notizia del pentimento del genitore “Senti, i figli tuoi se ne tornano a Casale e mo’ tu lo sai che se ti penti quelli hanno il mondo contro. Non sai le botte da dove vengono, perciò si devono difendere. […] Mamma questo è Ciccio Schiavone, non è Nicola”.

Insomma, se la scelta di collaborare del fratello maggiore, Nicola, non aveva avuto contraccolpi, quella del padre, invece, genererà un terremoto. Il 20 marzo, a confrontarsi con Emanuele Libero è stato direttamente Sandokan.

Il 33enne raggiunge il carcere de L’Aquila e qui l’ormai ex capoclan lo informa che effettivamente aveva iniziato la collaborazione con la giustizia, invitandolo ad andare via da Casale, in quanto in pericolo. Emanuele Libero respinge la proposta e rilancia dicendo che anche Ivanhoe sarebbe rimasto nell’Agro aversano: “Devi far ridere i sanciprianesi, dobbiamo far ridere la gente, dobbiamo far ridere quelli…”. Sandokan cerca più volte di convincere il figlio a fare un’altra scelta, a mollare tutto, a cambiare vita. Ma inutilmente. “Ci porti sulla coscienza a me e a tuo figlio Ivanhoe”, replica Emanuele Libero. Al termine del colloquio, Emanuele Libero Schiavone chiede al padre di avvicinare le labbra al vetro divisorio per baciarlo sulla bocca, ma Sandokan rifiuta voltando il viso. Un segnale forte: con quel mondo mafioso, proprio lui che lo aveva messo in piedi, non non vuole avere più nulla a che fare. Rinnega quei codici. Non accetta adii mafiosi. Emanuele Libero, invece, no. Ha scelto, ancora, la mafia.

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