Il business del ‘Gomorra style’

Gomorra non è solo romanzo, audiolibri, film, serie tv e opere teatrali. Per Roberto Saviano, per la Mondadori della famiglia Berlusconi e per tutta la filiera il “marchio” camorra è stato ed è una gallina dalle uova d’oro. Tutto diventa buono per fare soldi, anche piazzare le frasi dei boss sui prodotti commerciali di varia natura. E le aziende, negli scorsi anni, hanno fatto a gara per farsi autorizzare a sparare dappertutto le espressioni più violente di Genny Savastano, Ciro l’Immortale o Salvatore Conte.

Un marchio di abbigliamento stampava le frasi dei camorristi sulle magliette e sulle custodie dei telefonini: “Vienete a piglia’ ’o perdono” (con tanto di pistola disegnata), “Sta senza pensier”, “I po’ essere che ’sta guerra ’a perd, però l’aggia cumbattere”, “l’ommo che po’ fa a meno ’e tutte cose nun tene paura ’e niente” e via dicendo.

Un’agenzia di viaggi postava un’offerta scrivendo: “Gennaro Savastano (il boss protagonista della serie, ndr) alias Salvatore Esposito (ma non è il contrario? Ndr) sceglie la nostra agenzia di viaggi per le proprie vacanze”.

Persino una nota marca di fazzoletti è arrivata a mettere in bella mostra la foto di Genny Savastano sui pacchetti e a scrivere: “Attento Genny, che se sbagli ce arripigliammo tutto chello che è nuosto”.

I fazzoletti Tempo "griffati" Genny Savastano di "Gomorra - La Serie"

Una famosa marca di abbigliamento ha invitato due attori “direttamente dalla serie Gomorra” all’inaugurazione di un nuovo punto vendita.

Una ben più nota agenzia di onoranze funebri si vantava a mezzo social di essere stata incaricata da Sky dell’organizzazione dei funerali di don Pietro Savastano, boss nella serie. Magari pensavano che questo invogliasse qualcuno a rivolgersi a loro per i funerali di un parente. Questa sì che è cultura della legalità.

Una casa di abbigliamento esponeva con orgoglio foto delle donne del clan televisivo che indossavano i suoi… capi.

Un birrificio creò addirittura una nuova qualità di birra chiamata “Calibro7”. Sui social la annunciava con una foto dei camorristi di Gomorra seduti al tavolino di una rosticceria. Sul tavolo una pistola in bella mostra. La didascalia spiegava: “In Gomorra La Serie si continua a bere tanta birra (con l’indicazione della marca). Più facile trovare una birra artigianale o le armi per formare una nuova banda?”. Seguiva l’emoticon di una pistola. Chissà se i giovani di Napoli hanno capito, grazie a questa pubblicità, che comprare una birra e procurarsi una pistola non sono proprio la stessa cosa.

Da interpreti dei boss a star in discoteca

E’ possibile che degli attori che hanno interpretato dei camorristi vengano invitati in discoteca come “superospiti”, presentati con il nome e con l’aspetto dei personaggi che hanno interpretato sul grande e piccolo schermo? Attori che hanno interpretato gente che vive di spaccio di eroina e crack, che uccide persone innocenti, uomini, donne e bambini, che fa saltare in aria magistrati, che trucida giornalisti, sindacalisti, poliziotti, finanzieri e carabinieri, che hanno seminato dolore e morte? Lo ha reso possibile Roberto Saviano con Gomorra la Serie.

Salvatore Esposito, Fortunato Cerlino, Carmine Monaco e altri sono stati invitati in discoteca come popstar, presentati come Genny Savastano, “don” Pietro Savastano e “’O Track”. Sguardo cattivo, fisso in avanti. Evidentemente vengono considerati personaggi affascinanti per i giovani ai quali i titolari delle discoteche si rivolgono. Perché non è mai stato invitato un personaggio “positivo” di Gomorra la Serie in discoteca, come superstar? Semplice, perché personaggi positivi non ce ne sono. Saviano ha sempre sostenuto che ha fatto questa scelta per “impedire che lo spettatore abbia una via di scampo”. Una delle tante supercazzole alle quali il noto scopiazzatore ricorre quando non può dire che sta semplicemente realizzando un prodotto commerciale da vendere per fare soldi a palate, insieme a grosse produzioni che non sono certo diventate famose per le loro operazioni umanitarie.

La verità è che nella serie non ci sono personaggi positivi perché la camorra nega la possibilità di un miglioramento dell’umanità. I camorristi giustificano le loro scelte con il fatto che, dicono loro, la vita è una guerra all’ultimo sangue contro tutti, perché sono tutti sporchi. Con buona pace di chi ha sacrificato la propria vita per dimostrare che non è così.

I ‘cattivi maestri’ e il rischio emulazione

Programma di approfondimento “L’Aria che Tira Estate”, canale La7, 20 luglio 2015, servizio di Nello Mazzone. “Ormai – diceva il cronista nel servizio “Giovani che imitano i personaggi di Gomorra” – a Napoli si fa fatica a distinguere la fiction dalla realtà. Nove anni dopo il best seller Gomorra di Roberto Saviano, il film di Matteo Garrone e l’omonima serie tv, tra le Vele di Scampia e nei vicoli del centro storico i ragazzi sono sempre più affascinati da quei personaggi criminali nei quali si identificano”. Il giornalista intervistava, tra le stradine del centro di Napoli, un ragazzo tatuato che esprimeva, a modo suo, il proprio apprezzamento per la “performance” di Salvatore Esposito nell’interpretazione di Genny Savastano, spietato rampollo di camorra.

Il video dell’agguato

Profetico, quel servizio, considerato che meno di un anno dopo si sollevò un polverone per il video di un gruppo di ragazzini di circa 10 anni che giocavano nei pressi di piazza Dante. Uno di loro filmava la scena col telefonino, altri due erano fermi davanti a un portone, guardandosi intorno. Dopo qualche secondo si vedevano apparire altri due ragazzi che impugnavano delle pistole, scattavano in avanti e simulavano un agguato di camorra, urlando le tipiche frasi dei camorristi televisivi. Ovviamente, all’epoca Saviano era ancora intoccabile e pochi lo attaccarono: c’era ancora Berlusconi. Oggi, però, i tempi sono cambiati.

Il giovane (con la pistola) che voleva imitare “’O Track

E che dire di quel 16enne di Sant’Antonio Abate che nel 2016, come riportato da Il Mattino, da il Giornale e da Fanpage, a Gragnano, in provincia di Napoli, fece irruzione davanti alla scuola media “Don Milani”, in via Quarantola, dove cominciò a minacciare i ragazzini sventolando una pistola. Era vestito esattamente come ’O Track, uno dei personaggi di Gomorra – La Serie, tanto che l’attore che lo interpretava si affrettò a pubblicare un video nel quale condannava il gesto (VEDI IL VIDEO).

I mafiosi veri sul set del film

Non sono stati pochi i “contatti” tra i camorristi campani e le produzioni di opere televisive e cinematografiche tratte dal romanzo “Gomorra”. Esempio lampante è quello del film “Gomorra” di Matteo Garrone, nel quale hanno recitato personaggi mafiosi del calibro di Bernardino Terracciano, detto ’Zi Bernardino, oggi all’ergastolo per due omicidi di camorra. Sul set anche Giovanni Venosa, della famiglia dei “Cucchieri”. In un video su Youtube il mafioso, arrabbiato sul set del film, minaccia di andarsene e di restituire i soldi che gli hanno dato per “recitare” (IL VIDEO DEI DUE CAMORRISTI CHE “DISCUTONO” SUL SET DEL FILM).

I rapporti con il boss di camorra per l’affitto di Villa Savastano

Per “Gomorra – La Serie”, poi, i vertici della casa di produzione pagarono l’affitto al boss del clan Gallo “Pisielli”, dell’area sud di Napoli, per la villa Savastano nonostante questa fosse stata sequestrata dalla Procura Antimafia. Ovviamente su queste vicende Saviano non ha mai avuto nulla da dire.

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