ROMA – “Né da parte né da parte di alcun membro del governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto”: sono le parole usate ieri da Giuseppe Conte per difendersi dagli attacchi della Lega sul Mes: “Una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione – ha puntualizzato il premier ieri in Parlamento – è questione differente dall’accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un’accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse”.
Tutto ciò che parte del centrodestra avrebbe messo in circolazione sul Mes è fasullo, sostiene il capo del Governo. Conte dice di essersi meravigliato non tanto dell’atteggiamento di Matteo Salvini, ma “del comportamento della deputata Meloni”. Il leader di Fdi avrebbe diffuso “notizie allarmistiche” sul Fondo, palesemente “false”: “Ovviamente un negoziato come quello del Mes ha offerto tante insidie, ma le abbiamo tutte scansate. Per il resto entriamo nella sfera dell’opinabile”.
“Vergogna”, la risposta del leader della Lega. “In quei banchi qualcuno mente, o il ministro Gualtieri o il presidente del Consiglio”. Un botta e risposta a distanza che lascia trasparire un attrito che va oltre la politica.
Del Fondo salva Stati che ora preoccupa il Carroccio, Conte dice di averne parlato nel febbraio del 2019, quando venne affrontato nel Consiglio dei ministri la ‘Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea relativa al 2018. In quell’occasione, ha ricordato il presidente, “nessuno dei ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere”.