Il Comitato Vele di Scampia: “Il popolo non può aspettare. Servono nuovi alloggi”

Comitato Vele di Scampia

NAPOLI – Il Comitato Vele di Scampia 167 esprime il proprio stato d’animo per la tragedia avvenuta nella periferia nord di Napoli (CLICCA QUI PER LEGGERE). Questo è il comunicato pubblicato dal Comitato.

“FATE PRESTO!!

Solo ora, al termine di una giornata difficilissima e dolorosa riusciamo a scrivere queste poche righe. Lo facciamo nonostante la stanchezza e la rabbia perché ci teniamo a dire alcune cose per noi molto importanti. Innanzitutto vogliamo esprimere tutto il dolore per la perdita di due giovani innocenti, due figli delle vele, che non meritavano di vedere spezzata così la propria vita e i propri sogni. Quei mostri di cemento in cui per anni abbiamo vissuto, hanno costruito al loro interno una comunità che è come una famiglia. Per questo stanotte tutti noi abbiamo perso dei fratelli, dei figli.

Vogliamo inoltre unirci all’apprensione di tutta la città per le bambine, per i feriti, soprattutto per chi ancora è in gravi condizioni. Da anni in ogni corteo, ad ogni occupazione, ad ogni blocco stradale, in ogni incontro gridiamo alle istituzioni tutte che “non c’è tempo da perdere” e che “il popolo delle Vele non può aspettare”. Lo gridiamo non solo perché una casa dignitosa è un diritto essenziale per tutti, ma perché nessuno meglio di noi conosce le condizioni di estrema precarietà e fragilità in cui versano le vele.

Purtroppo in questi anni di mobilitazione permanente, nonostante i tanti risultati ottenuti con la lotta, troppo spesso le vele sono diventate un campo di battaglia per le forze politiche avverse che hanno consumato scontri che hanno rallentato il compimento del processo.

Lo abbiamo visto solo pochi mesi fa quando siamo stati costretti andare per l’ennesima volta a Roma, ad occupare il Pantheon, per farci sentire dal Governo che aveva deciso in piena estate di spostare i fondi pnrr destinati alle vele, su altri interventi.

In quarant’anni abbiamo sudato ogni risultato, costruito un modello di autodeterminazione capace di respingere la narrazione negativa che ci voleva “brutti sporchi e cattivi” , ma soprattutto abbiamo fatto pesare tutti i ritardi, perché mai e poi mai avremmo voluto arrivare al punto di dover piangere dei morti.

Deve essere chiaro quindi che quello che è successo stanotte non può in alcun modo rappresentare un motivo di rallentamento di un processo che va anzi velocizzato.

Tutte le istruzioni, da quelle locali e quelle europee, tutti i partiti che oggi hanno preso parola su quanto accaduto nella vela celeste stanotte, si impegnassero da domani mattina ad organizzare una task force straordinaria, affinché siano costruiti immediatamente gli alloggi sostitutivi per tutti gli abitanti delle tre vele e la Vela Gialla e la Rossa siano finalmente abbattute.

Vogliamo inoltre che sia chiaro che gli abitanti della vela celeste sfollati oggi non hanno OCCUPATO l’Universita’, ma che sono semplicemente entrati in luogo che appartiene innanzitutto a loro perché quell’edificio, oggi orgoglio della città, è frutto del piano di riqualificazione del quartiere pensato e voluto in questi decenni proprio dagli abitanti delle vele.

Entrare all’Università è stata una soluzione obbligata per dare rifugio a centinaia di persone che hanno dovuto fare i conti con una macchina dei soccorsi impreparata e non attrezzata.

In queste ore rilanceremo la mobilitazione su questi obiettivi.

La messa in sicurezza della vela celeste ma soprattutto l’accelerazione dell’abbattimento e della costruzione dei nuovi alloggi.

Non permetteremo che si perda un secondo di più.

Vogliamo ringraziare tutti i singoli e le associazioni per la solidarietà e per la mobilitazione di queste ore e ringraziare inoltre per la solidarietà gli artisti che hanno a cuore le vele di sostenerci in questa difficile battaglia.

Abbiamo allestito un punto di raccolta al cantiere 167 in via della resistenza per i beni di Prima necessità e ne allestiremo a breve un altro a mezzocannone occupato (via mezzocannone civico 12)”.

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