MILANO – Immigrazione, immigrazione e immigrazione: è stato il tema principale del discorso di Matteo Salvini. Preceduto dall’establishment del Carroccio, dai colleghi sovranisti e dall’amica Marine Le Pene, il ‘capitano’ sul palco è arrivato acclamato dalla folla, radunata in una piazza “bellissima”. L’ha definita così, ricordando il Berlusconi dei tempi d’oro.
Si è detto fiero di star combattendo contro “i comitati d’affari che decidono il nostro futuro”. Loro, invece, ha chiarito Salvini, lo stanno costruendo “alla luce del sole”.
“Se serve per l’Italia io do la vita. E’ un onore. Qualcuno mi dice rallenta: non combattere i poteri forti. E più mi dicono rallenta – ha spiegato tra una pausa e l’altra – più vado avanti come un treno per difendere il mio Paese e i diritti di un intero continente”.
E’ stato un intervento pieno di citazioni: da Benedetto XVI, aspirando ad un’Europa “intesa come incontro”, ad Oriana Fallaci, trovando il tempo anche per rispondere a Papa Francesco e al suo appello teso a fermare i morti nel mar Mediterraneo: “Questo stiamo facendo – ha replicato Salvini -. La politica dei porti aperti ha causato secondo i dati dell’Onu quasi 15mila nel 2018 tra morti e dispersi. Stiamo salvando vite”.
E mentre parla, in ballo c’è l’ennesima ong bloccata in mezzo al mare. “Mai dirò a qualcuno ‘Voltati dall’altra parte’ mentre un bambino rischia la vita”, ha garantito il leader del Carroccio.
Se Milano ha ospitato il comizio dei sovranisti, se Salvini ci ha puntato tanto è per tentare il colpaccio alle europee. Prendere voti, tanti. Perché la Lega, ha spiegato il vicepremier, “vuole mettere al centro il parlamento: è l’unico organo eletto”.
In Europa Orban e Le Pen, ed oltreoceano per il leader della Lega c’è Trump: come fa il presidente degli Usa, bisogna “abbassare le tasse” anche in Italia. “Volere e potere, se il popolo vuole. Avete fatto smettere anche di piovere”, ha incitato la folla. “Aiutateci a trasformare l’Europa in un continente più sicuro”.
“Noi – ha continuato il ‘capitano’ – insieme stiamo costruendo il futuro, qua non c’è l’ultradestra ma la politica del buonsenso. Gli estremisti sono quelli che hanno governato l’Europa per vent’anni nel nome della precarietà. In questa piazza non ci sono estremisti, fascisti e razzisti. La differenza semmai è fra chi parla di futuro, costruisce un sogno e chi invece fa i processi ai fantasmi del passato che non tornano. Parlano di passato perché non hanno un’idea del futuro”.
“Il 26 maggio possiamo realizzare la rivoluzione del buonsenso e del sorriso. Il 26 maggio – ha concluso Salvini – vinceremo”