Il Comune di Maddaloni batte cassa all’Interporto

Nella foto il segretario Bonacci, sullo sfondo l’Interporto Sud Europa

MADDALONI – Se il Comune dovesse avere successo nella battaglia giudiziaria, verrebbero versati nelle sue casse milioni e milioni di euro. Denaro che contribuirebbe a consolidare il bilancio e rappresenterebbe anche una ghiotta opportunità per investire con determinazione nella riqualificazione urbana. Stiamo parlando della lotta intrapresa dal Comune contro l’Interporto Sud Europa. Al centro della controversia, che ha innescato due filoni giudiziari distinti, ci sono i soldi che la società non avrebbe versato all’Ente relativamente all’Imposta municipale propria (Imu).

I tributi del 2017 e del 2018

Il primo filone riguarda i tributi del 2017: secondo il Comune, l’Interporto avrebbe dovuto versare la somma di 8 milioni e 291mila euro. Ma no l’ha fatto. E lo scorso anno, la Corte di giustizia tributaria di primo grado di Caserta respinse il ricorso presentato dalla società avverso l’ordine di pagamento emesso da Maddaloni. La stessa dinamica riguarda somma che Maddaloni ha richiesto all’Interporto per l’Imu del 2018: ma si tratti di una cifra leggermente inferiore. Di quanto parliamo? Quattro milioni e 252mila euro. Anche in questo caso, la Corte di giustizia tributaria di Caserta ha dato ragione al Comune. L’Interporto ha presentato appello contro entrambe le decisioni.

La delibera di giunta

Su proposta dell’ufficio Contenzioso, diretto dal segretario generale Geraldo Bonacci, la giunta comunale guidata dal sindaco Andrea De Filippo, appena rieletto, e dagli assessori Francesco Capuozzo, direttamente interessato dalla vicenda perché delegato al Contenzioso, Nicola Corbo, Antonio De Rosa, Claudio Marone, Rosa Rivetti, Annarita Santangelo e Caterina Ventrone, ha deliberato la costituzione formale dell’Ente per partecipare ai due procedimenti d’appello che si svolgeranno davanti alla Corte di giustizia tributaria regionale della Campania. Saranno i togati di secondo grado a decidere se confermare o meno il sì che aveva dato Caserta all’ingiunzione di pagamento.
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