La riforma della giustizia del ministro Marta Cartabia, che arriverà in aula il prossimo 23 luglio, ha creato non poche spaccature all’interno del M5S. Seppur migliorabile, a ritenerla una buona riforma quantomeno perché supera quella dell’ex guardasigilli grillino Alfonso Bonafede, è il deputato del Pd Umberto Del Basso De Caro.
Onorevole, il Lodo Cartabia è stato approvato all’unanimità in Cdm, ma un attimo dopo si è creato il caos all’interno del M5S. Qual è il suo giudizio sulla riforma? Il 23 in aula la maggioranza avrà i numeri o c’è da aspettarsi sorprese?
La riforma rappresenta sicuramente un passo avanti. Certo non è il migliore mondo possibile, ma è il massimo punto di caduta. Era necessario superare la riforma Bonafede. La soluzione individuata sulla prescrizione è stata trovata inventandosi la prescrizione processuale. Tutto in asse con la Costituzione che parla di ragionevole durata del processo. Abbiamo riportato la riforma in asse con i principi costituzionali. L’Europa ci obbliga a tenere fede a quattro impegni presi: riforma della giustizia, del fisco, della concorrenza e della Pa. Quello di riformare la giustizia penale e civile è un impegno politico che il governo deve mantenere snellendo i processi. Auspicio del ministro e del governo è di velocizzare il processo civile del 40% e quello penale del 25%. A questo punto bisogna correggere le storture della legge Bonafede. Per quanto riguarda il M5S, io sono del Pd e non so come evolverà il loro dibattito interno. Ma i ministri pentastellati hanno votato a favore quindi è difficile tornare indietro. Vedremo nei prossimi giorni se sarà possibile qualche aggiustamento.
Intanto Radicali e Lega continuano a raccogliere le firme per i referendum sulla giustizia, che ne pensa?
Il quesito referendario riguarda altro, riguarda la responsabilità giudici e la custodia cautelare che pure fanno parte del dibattito, ma su cui il Parlamento non ha trovato una soluzione unitaria. Dal mio punto di vista, il quesito andrebbe posto diversamente. L’iniziativa è dei Radicali, la Lega si è unita dopo.
Alla Camera nessun problema per l’approvazione del ddl Zan, al Senato, senza mediazione crede ci sia il rischio che si affossi la legge?
Spero che vada bene. Io ho votato il ddl Zan. Alla Camera abbiamo fatto ciò che dovevamo mentre al Senato ci sono numeri diversi. Il provvedimento è stato salutato con favore poiché tende ad eliminare odiose discriminazioni di genere e identità. E ognuno dovrebbe potersi comportare liberamente, come meglio crede, dovrebbe essere libero naturalmente senza offendere la legge. Ho qualche perplessità sull’art 1 poiché a introduce un reato di opinione. Ma se al Senato si accolgono modifiche, il testo torna alla Camera e si perde tempo. Invece il testo alla Camera deve tornare così com’è anche per evitare che venga affossato.
Pd-M5S: un’alleanza che rischia di risentire di leadership altalenanti e incidere sulle Amministrative?
Non è questione di leadership, noi abbiamo fatto una scelta nazionale prima con Zingaretti e poi con Letta. Ossia favorire dove possibile l’alleanza giallorossa che oltre a Napoli io ho replicato anche a Benevento. Credo sia l’unica alleanza possibile per giocarci la possibilità di battere la destra nel 2023. Il travaglio interno al M5S la dice lunga sul suo mutamento genetico. Un partito che è stato al governo prima con Salvini, poi con noi, e ora con noi e Salvini. E’ chiaro che adesso ragionano in modo istituzionale.
A Benevento crede che i deluchiani possano dare una mano a Mastella per ricambiare il sostegno che il sindaco uscente ha dato a De Luca alle Regionali?
De Luca fa parte del Pd, Mastella è sempre stato di centrodestra e solo un anno fa ha aderito alla coalizione De Luca. Ma una coalizione non si costruisce solo se Mastella è il candidato sindaco. Noi abbiamo scelto un’alternativa all’amministrazione di Mastella che è stato eletto con il centrodestra. Non è che ha cambiato lui e di conseguenza dobbiamo cambiare noi. Abbiamo costruito un’alleanza molto ampia con i 5 Stelle e con il mondo dell’associazionismo civico che sosterrà un candidato in gamba.