Il destino di Matteo Salvini, del centrosinistra, di un intero Paese nel mouse di 115mila 372 iscritti. Saranno loro a decidere se premere start o meno al governo dem-grillino. Perché ormai i nodi da sciogliere sono stati risolti. La questione vicepremier, il ruolo di Di Maio, quello di Conte: tutto trattato e superato. Resta qualche poltrona da assegnare, restano le linee, almeno di facciata, da comunciare su migranti, Autostrade, infrastrutture (soprattutto Tav) e sicurezza. Ma sarà fatto con calma, a tempo debito.
Lo scoglio si chiama Rousseau: gli iscritti del Movimento sono chiamati a ratificare o bocciare l’intesa con il partito di centrosinistra. Prima era il nemico giurato, ora una compagine con cui trattare.
“Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte? SI. NO”. E’ il quesito a cui dovranno rispondere i grillini (nei Cinque Stelle da almeno 6 mesi) dalle 9 di questa mattina alle 18.
Gli incontri di ieri non hanno ancora prodotto il documento programmatico definitivo. Pd e M5S dovranno incontrarsi di nuovo oggi. Continueranno a lavorare mentre la piattaforma raccogliere il desiderio degli iscritti. E il loro volere, a quanto pare, sarà decisivo. Su questo oil Movimento sempre avere parere unanime: tradire la volontà della base, in un caso o nell’altro, significherebbe venir meno al principio base della compagine formata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
Salvini intanto spera. Attende da Rousseau uno di quei no che durante l’esperienza penta-leghista lo ha fatto impazzire. Perché se non ci sarà il governo Pd-5 Stelle ci saranno elezioni. E sondaggi alla mano la Lega dovrebbe avere la maggioranza relativa dei futuri e potenziali voti.