NAPOLI – Uno spettacolo, una meraviglia. Il Festival del Napoli asfalta la Juve e vola lassĂą, dove il sogno si tramuta in realtĂ : +10 sulla Juve e sul Milan, +13 sull’Inter. Canta il Maradona, pieno e ribollente di passione, torce dei telefonini accessi in tutto lo stadio e festa grande. Un Napoli così, capace di battere 5-1 in casa la Juve dominandola, non si vedeva dalla finale di Supercoppa italiana del 1990, dai tempi di Diego. Che avrĂ sorriso, da lassĂą vedendo i numeri della premiata ditta Osimhen-Kvara.
Un autentico dominio
I giovani big azzurri marchiano a fuoco una vittoria netta, meritatissima. Perfetto, il Napoli, con un Osimhen straripante, che segna due gol e fornisce un assist, e un Kvara che, dopo il gol, si sblocca e torna quello di ottobre. Ma è tutto il Napoli a esprimersi al meglio del suo potenziale, a ripartire di slancio anche quando la Juve, nel finale di primo tempo, segna il 2-1.
Un record infranto
Sontuoso l’attacco, con Elmas che subentra all’infortunato Politano nell’intervallo e non solo si adatta a destra ma segna il gol che chiude la gara. Scintillante la difesa, con un Kim monumentale e con Rrahmani che si fa perdonare l’errore da matita blu nel primo tempo (palla regalata a Di Maria che coglie la traversa sull’1-0) con un super-gol da attaccante puro, collo pieno e Szczesny incredulo che la sua difesa non solo abbia perso un’imbattibilità che durava da ottobre ma abbia preso in una sera 5 gol, due in meno di quelli che aveva preso in tutto il campionato sino alla partita del Maradona. Dominante anche il centrocampo, con un Anguissa uomo ovunque al quale si perdona qualche sbavatura di troppo e con un Lobotka vero perno della manovra, bravissimo a saltare il primo pressing.
Un gruppo da scudetto
Una prova di squadra sontuosa, una prova di forza anche fisica: i segnali di crescita colti a Genova si sono confermati. Il Napoli titubante di Milano ha lasciato il posto a una squadra che sta bene nelle gambe, che si diverte. Un gruppo coeso, che trasforma anche un gesto di esultanza in una festa. Un gruppo, adesso sì, da scudetto. Una parola che non fa più paura.
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