NAPOLI – Pasquale Grimaldi e i suoi cinque guardaspalle pensavano di non attirare l’attenzione, decidendo di viaggiare a bordo di una comune Smart. Ma non è stato così proprio, perché in una vettura che contiene al massimo due passeggeri, ce n’erano altri quattro. I carabinieri non hanno potuto fare altro che intimare l’alt al gruppo. Quello che sembrava un controllo di routine si è tramutato in una scoperta molto interessante. Prima di tutto i militari dell’Arma hanno potuto appurare che nel veicolo c’era anche il 44enne, figlio di Ciro Grimaldi, boss di Soccavo, attualmente in regime di detenzione. L’uomo indossava un giubbotto anti-proiettile, prontamente sequestrato dalle forze dell’ordine. Nei confronti di Pasquale Grimaldi non è stato preso alcun provvedimento. Stesso discorso per altri 4 passeggeri, tutti di età compresa tra i 20 e i 30 anni. L’operazione, però, si è conclusa con l’arresto di Ciro Granillo (nella foto). Il 32enne è stato catturato, perché accusato di essere stato trovato in possesso di una pistola. Pare che l’indagato fosse l’unico passeggero armato all’interno della Smart fermata dai tutori della legge in via Jannelli. Il revolver scoperto e confiscato dai carabinieri sarebbe stato una pistola Beretta pronta a sparare calibro 9×21 con matricola abrasa e 10 colpi nel caricatore. L’arma e i proiettili sono stati confiscati, mentre Ciro Granillo è stato arrestato e portato nel carcere di Poggioreale in attesa di giudizio. Deve rispondere porto abusivo di arma clandestina, aggravato dal metodo mafioso. Nel frattempo sulla pistola e i colpi verranno effettuati controlli per capire se siano stati utilizzati in fatti criminosi commessi in passato. Il tutto si svolgerà mentre i militari dell’Arma cercheranno di scoprire come mai in sei del clan Grimaldi siano stati notati lontano da Soccavo, precisamente all’Arenella, e soprattutto perché viaggiassero con un revolver nell’auto.
Il gruppo avrebbe partecipato a un summit
Sulla pistola e i proiettili rinvenuti nella Smart fermata dai carabinieri in via Jannelli verranno effettuati degli esami per capire se il revolver e i colpi siano stati utilizzati in fatti criminosi commessi in passato. Le indagini delle forze dell’ordine saranno rivolte anche per capire il perché sei uomini del clan Grimaldi, tra cui il Pasquale, il figlio del boss Ciro, soprannominato ‘Settirò’, attualmente detenuto al 41-bis, si trovassero in strada a diversi chilometri dal quartier generale. Ovviamente c’è da scoprire anche il motivo per il quale il gruppo girasse armato. Il fatto che il rampollo dei Grimaldi indossasse un giubbotto anti-proiettire fa capire come il 44enne si sentisse sotto tiro. Non è escluso che il motivo del viaggio fosse la partecipazione a un summit di camorra. Infatti i Grimaldi sono tra i protagonisti di una faida di camorra per il controllo dello spaccio di droga e degli altri business criminali nella zona di Soccavo. Il quartiere è diventato uno dei campi di battaglia aperti tra le palazzine di edilizia popolare nella periferia Ovest di Napoli. Non è escluso che la cosca sia stata convocata da altri gruppi criminali di zone diverse per capire quali sviluppi possa avere la guerra di camorra con i Vigilia nell’area di Soccavo.
Faida sanguinosa con i Vigili: un anno fa tre morti ammazzati
E’ possibile che Pasquale Grimaldi abbia partecipato a un summit di camorra. Per questo motivo si sarebbe fatto accompagnare da altri cinque uomini del clan omonimo. Inoltre, pare che il 44enne figlio di Ciro Grimaldi, detto ‘Settirò’ indossasse un giubbotto anti-proiettile. E’ ovvio che lontano dal quartier generale il figlio del ras si senta sotto tiro. Non va dimenticato che il gruppo criminale è in lotta con i Vigilia per il controllo delle piazze di spaccio e degli altri business criminali tra le palazzine di edilizia popolare della periferia Ovest del capoluogo partenopeo. Non va dimenticato che un tempo i Grimaldi e i Vigilia appartenevano allo stesso gruppo, comandando da Ciro ‘Settirò’. La scissione avvenne dopo una rissa all’esterno di un bar. Da allora le due fazioni hanno dato vita a una faida sanguinosa, che pochi mesi fa costò la vita a tre vittime. A settembre l’omicidio di Sergio Carparelli, 54enne. A giugno, invece, le pistole vennero messe in azione per uccidere Michele Della Corte, 64enne ed Emmanuele De Angelis di 29 anni. E’ possibile che le cosche delle altre zone di Napoli abbiano invitato i contendenti a calmarsi, anche perché i morti ammazzati attirano le attenzioni delle forze dell’ordine.
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