CASERTA – Gli assessori Emiliano Casale e Massimiliano Marzo (entrambi entrati in Comune con 886 voti con la lista “Insieme”) “sono stati eletti anche grazie al sostegno materiale di alcuni imprenditori casertani che in occasione della campagna elettorale si sono spinti talvolta a corrispondere finanche somme di denaro agli elettori in cambio del voto in favore dei predetti candidati”. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari Daniela Vecchiarelli nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Marzo. In particolare, l’imprenditore casertano Raffaele Nunziante “materialmente sosteneva la campagna elettorale arrivando addirittura a pagare di tasca propria il singolo elettore. Il dato del pagamento del voto, è stato riscontrato da una serie di conversazioni telefoniche intercettate sull’utenza in uso all’imprenditore in pieno periodo elettorale”. Tuttavia, nota il giudice, si può solo presumere che Nunziante pagasse i voti per l’assessore Marzo, in quanto i riferimenti sono tutt’altro che univoci. Nunziante, nel corso delle telefonate intercettate, cita lo staffista di Marzo, Magdi Khachermi, ma questo non consente, se non come semplice congettura, di ritenere che Nunziante avesse sostenuto la campagna elettorale di Marzo e non di altri candidati. Nunziante iscriveva un’impresa pochi giorni prima delle elezioni, “destinataria poi di affidamenti per la manutenzione del verde pubblico grazie a determine viziate da illegittimità. Non emerge dagli atti di indagine quanto il Pm contesta nel capo di imputazione ed in particolare l’interferenza di Marzo con l’ufficio tecnico” e “l’accordo con i dirigenti Biondi e Vitelli, firmatari delle determine illegittime”. Se da una parte è “palese” che Nunziante “abbia pagato i voti per sostenere uno dei candidati, non è affatto chiaro se fosse” l’assessore Marzo. Nunziante beneficiava, attraverso le sue società Gesim s.r.l. e Green Aedilis, di affidamenti di lavori pubblici nel settore della manutenzione del verde pubblico comunale e dell’edilizia pubblica, ma che vi sia stato un patto corruttivo con Marzo “è semplicemente dedotto” e non sostenuto da gravi indizi, sempre secondo il gip.
Nel corso di una telefonata intercettata, Nunziante riferisce espressamente di aver dato 50 euro ad alcune persone perché esprimessero il proprio voto in favore di un candidato: “Gli ho detto tieni eccoti i soldi – dice Nunziante parlando al telefono – mica ci sto perdendo io la faccia per 50 euro”.
Non ci sono però elementi per ritenere che il candidato beneficiato da questo acquisto di voti sia Marzo, sulla sola base dell’incontro dell’imprenditore con lo staffista Khachermi, “senza ulteriori riscontri circa il rapporto che legava l’imprenditore” all’assessore. Agli atti ci sono conversazioni e contatti tra Marzo e Nunziante, “ma a notevole distanza temporale dalle elezioni”.
Nella stessa conversazione, l’imprenditore dice di non pagare il voto dei suoi dipendenti: “Che gli devo dare agli operai, agli operai già gli dò lo stipendio, gli pago il caffè tutti i giorni…”.
Nell’ordinanza ricorre il nome di Antonio Rondinone, considerato esponente del clan Belforte. Dalle conversazioni telefoniche intercettate emerge un concreto interessamento alla candidatura del figlio Gennaro alle elezioni comunali di Casetta del 2021, vinte poi da Carlo Marino. Risulta anche il sostegno fornito da Rondinone alla candidatura di Casale. Il candidato avrebbe promesso al suo sostenitore di fargli avere appalti pubblici. A settembre 2021 Rondinone iscriveva un’impresa individuale e un anno dopo gli venivano affidati, per mezzo di Marzo e su mandato di Casale, lavori alla scuola materna della frazione Santa Barbara, in via Tifatina.
Le indagini hanno rivelato anche il sostegno fornito alla candidatura di Marzo dalla famiglia Capone (ed in particolare da Giovanni Capone (non indagato in questa inchiesta), definito dagli inquirenti “esponente storico del clan Belforte”, e dai figli di quest’ultimo.
Marino: “Andiamo avanti”. Ma i 5S si ritirano
L’inchiesta su corruzione e voto di scambio pone un chiaro problema politico alla maggioranza Marino, dato che coinvolge due esponenti importanti della lista “Insieme”, prima forza della maggioranza, ispirata dal consigliere regionale Giovanni Zannini (anche se a Marzo fa riferimento una componente autonoma nel gruppo consiliare). A dimostrarlo è arrivato nel pomeriggio l’annuncio dei 5 Stelle, che si chiamano fuori dalla giunta. “I recenti fatti di cronaca che hanno interessato il comune di Caserta, rendono al momento incompatibile la presenza in giunta del Movimento 5 Stelle, che quindi rimette la delega all’Ambiente e alla Transizione ecologica al sindaco Carlo Marino, che finora ha osservato lealmente gli impegni con il M5S” hanno dichiarato congiuntamente il coordinatore provinciale del M5S Giuseppe Buompane e l’assessore Carmela Mucherino. “Il M5S – prosegue la nota – esprime piena fiducia nell’attività dei magistrati. Siamo entrati nel governo cittadino casertano per dare un contributo fattivo su un tema, quello della transizione ecologica, che riteniamo di vitale importanza per il futuro della Città”.
Per i pentastellati “dinanzi ai fatti emersi, è necessaria una presa di posizione a difesa dei valori della legalità”. Verosimile che Marino assumerà adesso anche la delega all’Ambiente, lasciata libera dalla Mucherino. In mattinata il sindaco era a sua volta intervenuto, esprimendo la “piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine. Al tempo stesso auspichiamo che le persone coinvolte nell’indagine, che riguarda singoli episodi, possano chiarire quanto prima la propria posizione”.
“Il lavoro dell’Amministrazione – ha aggiunto il primo cittadino – va avanti regolarmente, garantiamo la piena continuità amministrativa. Le deleghe dei Dirigenti coinvolti saranno momentaneamente attribuite agli altri dirigenti in servizio e al Segretario Generale. Ricordo che gli episodi di cui ai capi di imputazione riguardano fatti accaduti antecedentemente al luglio 2023, mese in cui ho emesso i nuovi decreti di attribuzione delle deleghe ai dirigenti, applicando la legge anticorruzione”.
Marino ha assunto ad interim le deleghe di Marzo ovvero quelle ai Lavori Pubblici, alla Polizia Municipale, al Traffico e alla Viabilità, alla Protezione civile, al Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche e ai Rapporti con le frazioni.
Interventi critici dall’opposizione: il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Santonastaso dichiara che “da avvocato, da garantista, considero innocente ogni indagato, ogni imputato fino a che non sarà eventualmente condannato in via definitiva. La giustizia farà il suo corso, ma la politica si assuma le proprie responsabilità. Anche al di là delle tristi vicende giudiziarie di stamattina, infatti, Caserta vive ormai da tempo in uno stato di abbandono e di degrado. Prendo, pertanto, atto delle dichiarazioni del Sindaco Marino di voler continuare con questa consiliatura, ma non le condivido, in quanto ritengo che gli eventi odierni paralizzeranno in maniera tombale la macchina amministrativa”.
“Come esponente dell’opposizione – aggiunge il consigliere di FdI Pasquale Napoletano – tengo a precisare che rispetto il principio di presunzione di innocenza. La magistratura farà il suo corso e sarà suo compito accertare la verità dei fatti. Tuttavia, qualora emergessero elementi concreti che coinvolgono l’amministrazione in questa vicenda, è fondamentale che l’amministrazione stessa ne dia conto alla città. È una questione di trasparenza e responsabilità verso i cittadini che rappresentiamo”.
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