Il gruppo Zagaria rialza la testa e si tuffa nel business della droga. Fari della Dda su un viaggio all’estero di Bianco

L’inserimento della cosca di Casapesenna nel mondo dei narcotici è emerso in un incontro tra Grasso, Rolando D.A., e Ianuario

CASAPESENNA – “Il pupillo di Filippo Capaldo”: è così che Carlo Bianco veniva etichettato dai cugini Alessandro e Michele Mezzero. Consideravano il 40enne di Casal di Principe uno degli elementi di vertice del gruppo di Casapesenna. Ed era proprio il suo essere nelle grazie del nipote e delfino del boss ergastolano Michele Zagaria Capastorta che gli dava autorità criminale.
Se la Dda di Napoli è tornata a interessarsi di Bianco, che ha alle spalle già condanne per reati di mafia, è perché nel corso dell’indagine su Antonio Mezzero, storico esponente del clan dei Casalesi, è emerso come il 40enne, scontati gli anni di carcere incassati, non avesse affatto troncato i suoi rapporti con il mondo criminale. Anzi, approfittando dei tanti affiliati finiti in cella mentre lui aveva riconquistato la libertà, avrebbe scalato la piramide mafiosa.

Il fatto che Bianco, ipotizza la Dda partenopea, sia stato “operativo” fino al giorno del suo nuovo arresto (avvenuto lo scorso ottobre) contribuisce a mettere nero su bianco ciò che si percepiva ormai da mesi. Cosa? Che che l’assenza degli Zagaria nell’attuale scacchiera criminale sia solo un’illusione. La falsa percezione che il gruppo di Casapesenna non ci sia è dovuta al fatto che, negli anni, chi lo guida (e ora sarebbe Carmine Zagaria, fratello di Michele) è diventato abile a inabissarsi, dedicandosi a business illeciti fruttuosi ma poco rumorosi. Uno di questi affari sarebbe stato delegato proprio a Bianco. Si tratterebbe di un business legato all’estero e, non è da escludere, forse al mondo degli stupefacenti. Ma non la gestione delle piazze di spaccio, che è stata al centro della recente guerriglia tra i Bidognetti e ciò che resta degli Schiavone: gli uomini di Zagaria si starebbero dedicando al traffico di ingenti quantitativi di narcotici per poi piazzarli all’ingrosso a chi si occupa di venderli sul territorio. Si tratta di un’ipotesi che, chiariamolo, emerge in controluce nell’inchiesta su Mezzero (che ha portato all’arresto anche proprio di Bianco – ma per nuove contestazioni di mafia ed estorsione). Un’ipotesi, però, che è oggetto di un’altra attività investigativa condotta sempre dall’Antimafia partenopea.

Del viaggio e della possibilità di inserirsi nel business della droga tramite Bianco si parla nel corso di una riunione, intercettata dai militari dell’Arma, che si è tenuta il 24 gennaio 2023 a casa di Davide Grasso, 52enne di Santa Maria La Fossa, ritenuto il braccio destro di Antonio Mezzero (entrambi rispediti in prigione, a ottobre, dalla stessa inchiesta). All’incontro arriva Biagio Ianuario (coinvolto nell’inchiesta su Mezzero, a piede libero, per estorsione), ritenuto esponente del gruppo Zagaria, accompagnato da Rolando D.A. (estraneo all’inchiesta), ex titolare di un caseificio.

Durante la loro conversazione, si fa riferimento al viaggio all’estero realizzato da Bianco (la cui natura, però, non viene specificata): “Ma questa situazione si deve fare o non si deve fare?”, chiede Grasso. E Ianuario lo rassicura: “Giovedì sera torna. Venerdì sta qua”. “No, perché se non la mette in mezzo e si comincia – sottolinea il fossataro – non possiamo fare brutta figura. Sa che è tutto a posto, non può andare lì e dirgli che non è più cosa”. Grasso inoltre è preoccupato che Bianco venga coinvolto in azioni che possano richiamare su di lui l’attenzione degli investigatori: “Ma stai facendo fare qualcosa a lui? […] Cose sempre a portare qualcosa a qualcuno” (per i carabinieri il riferimento è alla droga), “perché già si è sparsa la voce, già quattro, cinque mi hanno detto: è venuto… apri gli occhi…”. “E dicono le bugie allora”, interviene Rolando. E poi Grasso inizia a fare riferimenti sui prezzi: “Lui a quanto lo prende?”. Ma Ianuario non lo sa. “Te lo dico io – lo incalza il fossataro – A 25”.
Se dovesse essere accertato il coinvolgimento di Bianco in business legati alla droga, significherebbe che anche il gruppo Zagaria ha deciso di seguire il trend dei narcotici, adeguandosi a quanto fatto dalle altre cosche che animano il clan dei Casalesi.

Il denaro del gruppo Zagaria investito da Filippo Capaldo nell’isola di Tenerife

Gli Zagaria al vertice della nuova mafia

Il giuramento di Zagaria a Sandokanper prendere le distanze dai Bardellino

Il piano criminale di Mezzero: spartirsi il potere con Carmine Zagaria e Cacciapuoti. I…

Contesa tra Zagaria e ‘quelli della Riina’ per le estorsioni sui lavori alle fogne….

Tre imprenditori condannati per mafia. I giudici: vicini a Zagaria

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome