MADRID – Quattro delle ultime Champions League vinte dimostrando una forza senza pari. In totale 13 e, almeno per quest’anno, l’albo d’oro non verrà aggiornato. Perché ieri sera il Real Madrid è stato eliminato da un Ajax straordinario, capace di ribaltare l’1 a 2 dell’andata sbancando un Bernabeu con una prestazione sontuosa.
La sconfitta del Real Madrid è un campanello d’allarme da ascoltare con attenzione
E serve a poco appellarsi al Var che ha concesso un gol agli ospiti viziato da un fallo laterale non concesso. Perché la sensazione è che gli addii di Zinedine Zidane e Cristiano Ronaldo abbiano di fatto chiuso un ciclo che, ora, va riaperto prima possibile. Se il Real vuole rimanere nel gotha del calcio, infatti, dovrà investire tanto nel mercato. Sembra un paradosso, ma è così. A partire dall’allenatore. Santiago Solari sembrava avesse dato linfa vitale alla squadra scossa e non poco dal licenziamento di Lopetegui. Una decisione giusta, per carità, ma che avrebbe dovuto forse essere seguita da una scelta tecnica diversa.
La discutibile scelta Solari e i rimpianti di Perez
Non un traghettatore, non un allenatore alle prime armi, ma un personaggio esperto, navigato, capace di prendere i tanti campioni in rosa e rimetterli sulla retta via. Solari ci ha provato ma i risultati altalenanti nella Liga e ora l’eliminazione clamorosa in Champions League dimostrano che, al momento, questo palcoscenico non fa per lui.
Allo sbando
In campo la squadra sembra non seguirlo e già in diverse occasioni, sia in Spagna che nell’ambito internazionale, si era avuto il sentore che i blancos fossero riusciti ad ottenere risultati per le invenzioni di qualcuno o avversari non all’altezza. L’Ajax ha invece scoperchiato il vaso di Pandora, mostrando tutti i limiti tecnici e caratteriali di una formazione ora allo sbando. CR7 e Zidane, forse, valevano più di quanto detto e di come sono stati trattati. Oggi li rimpiangono tutti, dai tifosi alla società, con Florentino Perez chiamato a riprogrammare un futuro oggi tutt’altro che roseo.