AVERSA – Il mercato illegale di smaltimento dei rifiuti dietro al fenomeno dei roghi: ne sono convinti il sindaco Alfonso Golia e tutti i suoi colleghi dei Comuni dell’Agro aversano e dell’area Nord di Napoli. Una tesi che ritengono valida a punto tale da metterla nero su bianco nell’esposto che hanno discusso e firmato ieri nel palazzo Ducale di Lusciano. Il documento questa mattina sarà consegnato da una loro delegazione nelle mani di Maria Antonietta Troncone, Procuratore di Napoli Nord. Nell’atto i sindaci hanno evidenziato come “le continue esposizioni ai fumi ed alle esalazioni derivanti” dagli incendi “provochino irreversibili danni alla salute.” E il diritto alla salute, prosegue la nota, “ha ad oggetto la generale e comune pretesa dell’individuo e quella collettiva della comunità a condizioni di vita, di ambiente e di lavoro che non pongono a rischio questo bene essenziale ed implica, non soltanto situazioni attive di pretese, ma anche il dovere di non ledere o porre a repentaglio la salute altrui. Non è soggetto a limiti rimessi alla discrezionalità amministrativa e non è suscettibile di affievolimento”. Tutto ciò, purtroppo, sembra negato per le comunità che vivono la grande area indicata come Terra dei Fuochi. Per fermare l’avanzata delle fiamme che bruciano i rifiuti abbandonati, i vertici delle amministrazioni locali chiedono alla Procura “che siano attivate indagini sul punto, per verificare la origine di questi fenomeni”.
Nelle scorse settimane i primi cittadini, nel corso di una riunione a Giugliano, hanno dato vita, con il sostegno della chiesa e di varie associazioni, alla Consulta ambientale. Ma non basta. Coinvolgere i magistrati per dare forza all’azione è stato ritenuto un atto necessario. Perché nonostante gli sforzi profusi nel corso degli anni per bloccare i roghi dolosi di rifiuti, “roghi verificatesi in continuazione, sia di giorno che di notte, nei comuni insistenti nell’area Nord Napoli ed a Sud di Caserta, il fenomeno non si è arrestato”. Serviva e serve fare di più. Perché “quanto da sempre accade tra i Comuni di Giugliano in Campania, Villaricca, Qualiano, Parete, Aversa, Lusciano, Trentola Ducenta, Teverola, Succivo, Cardito, Villa Literno, Carinaro, Caivano, Afragola, Acerra, Mugnano, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Casal di Principe, Cesa – hanno rimarcato i sindaci – è di potenziale nocumento alla salute dei cittadini”.
Patto tra Chiesa, politici e associazioni per tutelare la salute
“Un passo importantissimo, un segnale che mostra l’attenzione della politica, della chiesa e delle associazioni alla tematica ambientale”: parole di don Antonio Cimmino, delegato del vescovo Angelo Spinillo alla Consulta istituita per contrastare la Terra dei fuochi. Parole pronunciate dopo la firma all’esposto che oggi verrà presentato in Procura con l’obiettivo di non far spegnare i riflettori sul fenomeno dei roghi. Da anni, nonostante gli sforzi fatti, gli incendi dolosi di rifiuti stanno creando seri problemi all’ambiente e alla salute dei cittadini. E dinanzi ad una situazione del genere, è stato naturale che tutte le parti civili e quelle religiose abbiano deciso di procedere sinergicamente.
L’esposto denuncia è stato preparato dall’avvocato Raffaele Pacilio del Comitato Kosmos e da Enzo Guida, legale e sindaco di Cesa.
“Nonostante questo impegno del nostro come quello degli altri comuni, le nostre campagne continuano a bruciare – ha commentato Renato Natale, sindaco di Casal di Principe – Avremmo bisogno di più mezzi, più uomini e più risorse economiche, ma Stato e Regione finora hanno dato scarso aiuto. È da qui che nasce l’idea di una Consulta che coinvolga tutti i comuni a nord di Napoli e di una denuncia alla Procura che verrà consegnata martedì”.
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