MILANO (LaPresse) – L’Italia viene bocciata nel ranking europeo del Meritometro, elaborato dal Forum della democrazia. Ecco i principali risultati dell’analisi effettuata.
Il merito in Europa
Un Europa a tre velocità. I paesi scandinavi (Finlandia, Norvegia, Danimarca, Svezia) restano i best in class in termini di meritocrazia, con performance superiori ai 60 punti. Segue il blocco dei paesi virtuosi (Olanda, Germania, Gran Bretagna, Austria e Francia), con punteggi tra i 40 e i 50 punti. Nella parte bassa della classifica i paesi in ‘deficit di meritocrazia’ (Polonia, Spagna e Italia), con punteggi al di sotto dei 40 punti.
Regole e pari opportunità premiano. I paesi con un sistema di regole chiaro e trasparente, che garantiscono pari opportunità nell’economia e nella società, hanno ovviamente visto aumentare il proprio livello di meritocrazia.
Trend negativo per la qualità del sistema educativo. Si conferma il trend negativo della qualità del sistema educativo. Per il secondo anno consecutivo, infatti, 7 paesi su 12 vedono peggiorare le proprie performance relative all’education. Elemento particolarmente negativo rispetto al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020.
Il merito in Italia
Per quattro anni consecutivi, ultimi in Europa. Il nostro Paese, per il quarto anno consecutivo, si conferma – con 23,57 punti – in un’ultima posizione nel ranking europeo. Con 43 punti di distacco dalla Finlandia (prima in classifica) e 9 punti dalla Spagna (in penultima posizione).
Ultimi ‘da tutti i punti di vista. L’Italia si conferma ultima su tutti i pilastri del Meritometro. I gap maggiori rispetto alla media europea si registrano sui pilastri libertà, regole e trasparenza.
Si sale e si scende a ‘piccoli passi’. Migliorano (di poco) i risultati dei pilastri pari opportunità, regole e trasparenza. Peggiorano le performance della libertà e della qualità del sistema educativo.
Il commento
I dati 2018 restituiscono l’immagine di un’Italia con un livello di meritocrazia fermo ai valori del 2015. A quattro anni dalla prima rilevazione sul merito in Europa, emerge la fotografia di un paese vischioso al cambiamento e incapace di dare una decisa soluzione di continuità alle proprie ‘debolezze’ sul fronte della valorizzazione del merito e delle competenze.
Male anche la qualità del sistema educativo. Il principale trend negativo riguarda l’andamento della qualità del sistema educativo che continua a registrare valori ampiamente al di sotto le medie europee per quanto riguarda gli abbandoni scolastici e il tasso di educazione terziaria. Questi dati rendono, ovviamente, quanto mai difficoltoso l’accesso al mercato del lavoro da parte dei giovani. Non favoriscono l’attrattività per i talenti. E, chiaramente, minano alle fondamenta le potenzialità competitive del paese dinanzi alle sfide della quarta rivoluzione industriale.
Segna il passo anche la ‘libertà’ che è la cartina di tornasole della capacità del paese nel garantire un insieme di condizioni idonee a valorizzare la libera iniziativa di cittadini e imprese. In particolare, il peggioramento è ascrivibile alla relativa inefficienza del mercato del lavoro, ad un sistema bancario nel complesso debole e ad una ‘burocrazia’ troppo lenta e complicata.